Non so quanti nel nostro paese conoscano già il nome del poliedrico
artista giapponese Gackt Camui, che comunque ha un sito internet tributo
in italiano. La sua prima band sono stati i Malice Mizer, un gruppo
di Visual Kei dedito ad un goth rock vagamente progressivo e interessante,
che ha riscosso un discreto successo in patria. Nel 1999 ha iniziato
la carriera solista, ha inciso 27 singoli e 8 album e nel solo Giappone
ha venduto più di 10 milioni di dischi, inoltre è anche
un apprezzato attore di serial televisivi, ha diretto e recitato il
film Moon Child e alcuni suoi brani sono stati usati come colonna
sonora di videogiochi (Final Fantasy VII) e per cartoni anime (Gundam,
Ken il Guerriero).
Questo suo disco è uscito originariamente nel 2005, arriva
quindi sul nostro mercato con un ritardo di due anni, grazie al successo
riscosso in patria. L’album si apre con un intro neoclassico
d’atmosfera, poi parte il pezzo con un cantato in giapponese
ricco di pathos, anche se da subito l’impressione di catapultarsi
in un universo musicale dei cartoni giapponesi. Il brano “Farewell”
ha un bel piglio da classifica, con una musicalità accattivante
e un’ottima produzione. Gackt ci sa fare e cattura l’attenzione
con melodie facili da imparare. La muisica è piuttosto originale
e solo in parte riconducibile a modelli occidentali, un po’
di goth metal e di epic, mentre il resto è molto orientale.
Ancora più goth è la seguente “Noesis”,
anche se non bisogna pensare alla dark wave ottantiana, comunque tutta
l’iconografia del bellissimo booklet si ispira a tematiche oscure,
fra vampiri e duelli spietati. Ma il tutto è piuttosto vario
e infatti il brano “Asti” gioca ad alternare momenti acustici
a momenti elettrici ai limiti del metal classico. In “Dispar”
il lato metallico del nostro si fa più evidente, ma siamo sempre
in territori piuttosto lontani da quanto siamo abituati. In questo
contesto variegato si inserisce molto bene la teatrale e notturna
“Future”. “Black Stone” fa il verso un po’
al punk rock americano dei Green Day, col suo incedere veloce e solare.
“Storm” gioca fra inserti elettronici e melodie radiofoniche,
ancora una volta non ci sono regole precise, viva la varietà.
In chiusura troviamo un titolo in ideogrammi che ha una bella musicalità
epica e davvero piacevole, Gackt si dimostra un bravo interprete,
un istrione consapevole delle sue doti e le mette tutte a frutto e
il risultato si sente.
Certo non mi sento di consigliare a tutti questo cd, ma se qualcuno
desidera assaporare una musica diversa dai soliti canoni, con un piacevole
retrogusto orientale, ben fatta e ben suonata e con un artwork di
lusso allora questo disco è un must, potrebbe aprirvisi un
mondo ricco di nuove possibilità tutte da esplorare, attenti!
GB
Sito Web
Per approfondire: http://www.life-stream.it/jmel/tributetogackt/home.php
|