Il sommo poeta, un artista così creativo che si è addirittura
inventato una lingua, ci ha lasciato un’opera letteraria di
tale spessore da renderlo immortale per sempre. Basterebbero queste
due righe per capire lo spessore del presente libro, un titolo che
mi è piaciuto ancor prima di averlo letto. L’autore è
un insegnante di italiano e latino presso il liceo Enrico Fermi di
Salò (BS), un bellissimo paese situato in una insenatura del
lago di Garda, ma Fabrizio non è solo un insegnante, è
anche un vero cultore della musica e in particolare di quella prog.
Il presente libro, corredato da un interessante cd, ripercorre i punti
di contatto fra Dante e la musica partendo da diversi punti di analisi,
inizialmente l’autore ha cercato di ricostruire il rapporto
personale dell’Alighieri con la musica, che sicuramente c’è
stato e le testimonianze non mancano, lavoro certosino quello di Galvagni,
che sembra aver dedicato davvero tanta passione in questa ricerca
e il frutto primo è la piacevolezza con cui scorrono le pagine
del suo libro. Poi il lettore viene condotto per mano nell’evoluzione
musicale, dai classici antichi, fino alla splendida stagione progressiva,
che non viene analizzata solo in termini prettamente musicali e poetici,
ma anche sociologici, Fabrizio ha vissuto in prima persona questa
stagione e sicuramente il suo contatto privilegiato con le nuove generazioni
l’ha reso particolarmente sensibile a questi aspetti, che aumentano
il valore del suo libro.
Viene quindi snocciolata la discografia internazionale che a vario
titolo si è ispirata a Dante e ci sono anche cose rarissime
e vere chicche, che gli amanti delle rarità sapranno apprezzare,
inoltre non vengono trascurati anche altri generi musicali come il
metal o il pop, con un’ideale chiusura del cerchio. Infine troviamo
anche preziose appendici per continuare autonomamente la ricerca,
i testi delle canzoni, i dischi “da avere”, la bibliografia
e non ultimo il cd, con una selezione di brani molto curata e sicuramente
non scontata.
Credo che l’opera della Colossus (tre cofanetti di quattro cd
che ripercorrono tutta l’opera, ma ci sono le nostre recensioni
in proposito) in celebrazione della Commedia non sia eguagliabile,
ma Galvagni ha voluto dare un contributo personale che risulta prezioso.
Si parte con i Metamorfosi e non poteva essere altrimenti, ma questo
lo capirete leggendo il libro a cui non mi voglio certo sostituire,
si prosegue con Nuova Era, Court, CAP, Little Tragedies, Phideaux,
Mist Season, Posto Blocco 19, Jinetes Negros e infine Raimundo Rodulfo.
Dieci brani di autori molto diversi, davvero tutti molto belli, che
non è necessario commentare, perché è giusto
che l’attenzione sia soprattutto sul libro, che è veramente
interessante.
Per chiudere mi piace pensare che deve essere molto bello avere un
professore come Fabrizio Galvagni, spesso persone come lui cambiano
la vita e tutti quelli che hanno avuto dei buoni maestri sanno quanto
questo sia vero. GB
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