Vengono dalla Liguria, una terra che ha dato molto alla musica italiana,
e sono un trio composto da due chitarristi, Fulvio Solari e Fabio
Vrenna (che suona anche le tastiere), e il batterista Daniele Riotti.
Le parti di basso sono suonate da Marco Fabricci, poi si aggiungono
alle tastiere Chico Schoen e Ilaria Vrenna, ma solo in alcuni brani.
Questo è il loro debutto.
Un album interamente strumentale che stilisticamente si pone tra tensioni
settantiane e certo alternative rock degli anni ’90. Fra le
influenze possiamo trovare King Crimson, Genesis, qualche traccia
dei Pink Floyd, Mogwai e Porcupine Tree, questo per dire che la band
non guarda solo al passato ma anche al presente, perché certe
tensioni musicali nate nell’ultimo decennio del secolo scorso
stanno dando frutti ancora oggi e non hanno esaurito la loro forza
di penetrazione.
L’album è composto di otto brani che oscillano tra parti
nervose e ruvide e altre profondamente malinconiche, poetiche e riflessive.
Questa alternanza rende il disco interessante anche sulla lunga distanza,
un lavoro meditato e costruito con sincero amore per la musica. Certamente
il pubblico di riferimento è quello degli appassionati ma è
un album così intenso e bello che sarebbe un peccato se non
raggiungesse un uditorio più vasto. GB
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