Al di là dell’immaginario gotico che il nome di questa
band può evocare, ci troviamo di fronte ad un quintetto anomalo,
con voce, due tastieristi, basso e batteria. Il sound è un
hard rock saldamente ancorato agli anni ’70, si possono citare
band come Deep Purple e Uriah Heep, ma anche nomi meno noti come Quatermass
e Writing on the Wall. Anche il teschio in copertina è un chiaro
riferimento, e in questo senso mi è venuto in mente il bellissimo
disco degli Still Life, i G.O.L.E.M. non imitano le band citate, ma
suonano con uno stile che richiama le atmosfere di quegli anni gloriosi.
Il disco è composto da soli sei brani, con grande spazio per
le parti strumentali, anche se tutti i titoli sono cantati. Marco
Vincini alla voce fa un ottimo lavoro, che scalda il cuore. Il tastierista
Paolo Apollo Negri è il principale compositore, affiancato
in alcuni brani dal bassista Marco Zammati. L’altro pigiatore
di tasti è Emil Quattrini, mentre alle pelli siede Francesco
Lupi. Senza tanti preamboli vi dico che questo disco è un vero
gioiello di solido rock, non si sente la mancanza della chitarra anche
perché questi musicisti usano strumenti vintage, che rendono
potente il suono, i duetti tra l’organo e il mellotron, oppure
tra il rhodes e il basso Rickenbacker mettono i brividi. Questi artisti
sanno toccare le corde giuste e sono convinto che dal vivo devono
spaccare di brutto.
Tutti gli amanti del grande rock devono buttare le orecchie su questo
disco splendidamente retrò e lo dico non come una critica,
ma col giusto entusiasmo, quello di chi scopre che ci sono ancora
musicisti che sanno come si suona. GB
|