GREEN DAY
+ BASTARD SONS OF DIONISO |
Oltre a scrivere di musica ormai da diversi anni, sono anche diventato padre, la cosa particolare è che le due esperienze sono partite quasi in contemporanea, il mio primo articolo è uscito verso la fine del ’98 e mia figlia Elena è nata a marzo del ’99, tre anni dopo è arrivato anche Pietro. Non ho mai cercato di influenzare i gusti musicali dei miei figli e posso affermare di essere stato scrupoloso in questo, fatto sta che Elena ama il punk rock e il post grunge con Green Day e Skillet in testa (ma le piacciono molto anche il Blackmore’s Night), mentre Pietro è un mix di heavy metal e rap e va dai Maiden a Fedez, con puntate su Enrico Ruggeri (quello più rock), evidentemente qualcosa è passato nonostante le mie attenzioni. Comunque la mia soddisfazione maggiore è che amino la musica, al di là dei gusti paterni, ma non potete immaginare la gioia che ho provato ad accompagnare mia figlia al concerto dei Green Day a Milano, il “primo concerto serio” come lo chiama lei. |
Partenza alla mattina presto! Bisognava in qualche modo guadagnare il palco… del resto mia figlia ancora non poteva immaginare cosa volesse dire quello che chiedeva e io mi divertivo anche ad assecondarla. Recuperata la sua amica Emma che ci ha accompagnati, siamo partiti alla volta di Rho, mentre il cielo non prometteva nulla di buono. In effetti in strada ha iniziato a piovere, ma il morale è rimasto buono lo stesso… chi ci fermava a noi? Arrivati a Rho, per avere gli ambiti posti, abbiamo dovuto fare la coda sotto l’acqua e mi sentivo anche un po’ un padre degenere per questo, dentro c’erano delle vocine che mi dicevano che questo tipo di cose un genitore responsabile non le fa, ma devo dire che non ci ho messo molto a cacciarle da dove sono venute e mi sono goduto, per quanto possibile visto la pioggia, l’atmosfera palpitante dell’attesa, intanto giravano voci che dicevano che erano stati venduti in prevendita circa ventimila biglietti, davvero un bel bagno di folla, non male per un gruppo che deve il suo successo più al passaparola, che non al supporto dei media e ci sarebbe molto da riflettere su questo. |
Fortunatamente a tarda mattinata il tempo è migliorato e la pioggia ha cessato di molestarci, eravamo zuppi, ma il morale era comunque sempre alto e ormai non restava che aspettare pazientemente l’arrivo della sera, intanto mi gustavo la scena delle due ragazzine che si scambiavano i contatti con altre ragazze presenti, ho così scoperto che alcuni dietro di noi venivano da paesi che distano a 7-8 km da casa nostra a dire quanto piccolo è il mondo. Durante il pomeriggio abbiamo assistito alle prove dei Bastard Sons of Dioniso, che più tardi avrebbero aperto la serata, una breve pausa in una lunga giornata. |
Alle 20, puntuali come si conviene, ecco salire sul palco i tre membri dei Bastard, il gruppo ha sfoderato subito una grande grinta e hanno scelto un repertorio molto diretto e coinvolgente, i suoni non erano un gran che, spesso impastati, non certo per colpa della band, ma si sa che per i gruppi spalla spesso è così e sicuramente a loro bastava di poter suonare di fronte ad una simile platea e ci hanno messo l’anima per farsi apprezzare e posso dire che ci sono riusciti, poco più di mezz’ora di grande energia, con degli intrecci vocali di tutto rispetto. Finita la loro esibizione e dopo un veloce cambio di palco ecco arrivare finalmente il momento tanto atteso. |
Un boato ha accolto il trio statunitense, il pubblico è andato subito in visibilio e il gruppo ha dato il via ad uno show impeccabile. La calca sotto il palco era notevole e ho faticato un bel po’ per “salvare” mia figlia da tutta una serie di prepotenti che volevano arrivare a tutti i costi in prima fila, mi sono perfino beccato delle parolacce perché a detta di qualcuno impedivo alle ragazzine di vedere il concerto… ma pensa te! Poi sapevo che non sarebbe mancato il pogo e speravo di non esserne coinvolto, ma alla fine tutto è andato bene. Una scaletta ricchissima con trenta brani per oltre due ore e mezza di show tiratissimo, senza cali e senza pause, una macchina da spettacolo perfetta, che negli anni si è via, via affinata e oggi offre uno spettacolo ineccepibile, unico appunto non sono stati eseguiti molti brani dalla trilogia appena pubblicata, che in effetti non sembra aver colpito molto le fantasie dei fans, molto meglio alcuni dischi precedenti, che sono stati invece saccheggiati per comporre la scaletta della serata. Ci sarebbero tante cose da dire, ma preferisco affidare alle foto scattate alcuni particolari. |
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