Tornano
sul mercato questi tedeschi sorprendenti, un gruppo che nel lontano
'91 è partito come four piece dedito al death metal e che oggi
conta ben diciassette elementi a cui ne vanno aggiunti altri dieci
quali ospiti in sede di registrazione del presente lavoro, in altre
parole più che un gruppo si tratta di una vera e propria orchestra,
di cui vi risparmio nomi e ruoli, comunque per darvi qualche dettaglio
vi dico che a fianco del gruppo "canonico" troviamo due
soprani e un tenore, cinque archi, tre fiati e un suonatore di timpano.
Con una simile formazione è lecito aspettarsi di tutto, ma
se riuscite ad immaginare una versione death metal del Rondò
Veneziano allora potrete farvi una vaga idea della musica proposta
da questi folli e coraggiosi artisti. Per certi versi ricordano gli
After Forever, ma più per il cantato che propone sia parti
death che classiche, ma la musica ovviamente è molto più
orchestrale.
Il disco propone un concept su Galileo Galilei in nove tracce. Si
va dalla musica medioevale a quella rinascimentale con inserti propriamente
death metal, partiture epiche e altre malinconiche in un caleidoscopio
di situazioni che cambiano repentinamente. Gli arrangiamenti orchestrali
sono sontuosi, a volte fin quasi ridondanti, ma di indubbia efficacia,
l'unica cosa che a volte stona è il cantato growl, ma è
usato con parsimonia e nel bilancio complessivo diventa accettabile.
Non c'è un brano migliore degli altri anche se a me sono piaciuti
di più i momenti più medioevali come in "Of A Might
Divine", ma anche la potenza di "Per Aspera Ad Astra"
lascia il segno.
Un disco molto originale, che non mancherà di piacere. GB
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