Il nome di Hamre Karsten non deve essere sfuggito agli appassionati di ambient dark perché ha già fatto parlare di se nello scorso decennio con progetti come Penitent, Veiled Allusions e Arcane Art. Questo disco di dark elettronico mostra il lato più oscuro e drammatico di questo tormentato artista in sette brani strumentali. Musica ossessiva e depressiva che crea un alone malsano e profondamente buio. Efficace nel dar vita a paure e fobie, ma al tempo stesso anche terribilmente e volutamente noioso. In altre parole l’alienazione di questo artista viene sublimata in un linguaggio musicale suggestivo, ma anche molto pesante e monotono. La musica elettronica è facile e difficile al tempo stesso, ma il problema è la difficoltà di creare qualcosa che sia comunicativo. Hamre con questo disco ci comunica le sue depressioni, i suoi tetri stati d’animo e lo fa senza compiacimenti, con un arrangiamento minimale, scarno e doloroso, talvolta insopportabile, talvolta disperatamente romantico.

Questo non è certo un capolavoro e non è un disco che possa attirare l’attenzione di molti appassionati, anche se credo sia un lavoro onesto. Hamre sicuramente merita attenzione e rispetto, ma deve anche impegnarsi un po’ di più se vuole lasciare un segno in un genere che è già ricco di episodi di un certo spessore artistico. GB