A beneficio di chi non dovesse conoscere il personaggio di cui stiamo
per parlare, dico solo che è stato il batterista dei Porcupine
Tree e attualmente è nientemeno che il batterista dei King
Crimson. Con dette credenziali questo suo lavoro solista incuriosisce
subito. Cheating the Polygraph però non è il classico
album di brani personali, quelli che ogni artista tiene in un cassetto,
magari per anni, prima di decidersi a pubblicarli. Complice l’incontro
con il bassista Laurence Cottle, Harrison ha rimesso mano a otto pezzi
dei Porcospini per riarrangiarli in chiave Big Band. Arrangiamenti
swing, con un indole quasi zappiana.
Ovviamente la sorpresa può essere tanta e può mettere
alla prova i fans più affezionati, ma l’esperimento è
sicuramente interessante e non privo di fascino. I titoli estratti
la lungo repertorio dei PT sono in ordine “What Happens Now?”,
“Sound Of Muzak/So Called Friend”, “The Start Of
Something Beautiful”, “Heart Attack In A Layby/The Creator
Had A Mastertape/Surfer”, “The Pills I’m Taking”,
“Hatesong/Halo”, “Cheating The Polygraph/Mother
& Child Divided” e “Futile”, che anche se posta
alla fine del cd è stata la prima a subire questa rielaborazione.
Ovviamente per chi non è familiare col repertorio della band
citata i titoli diranno poco, la resa è interamente strumentale
e il disco ha il pregio di funzionare bene anche senza conoscere gli
originali. Per chi invece li conosce lascio giudicare autonomamente
il risultato, anche perché molto dipende dal gusto personale.
In molti momenti del disco si ha un’impressione quasi cinematografica,
da colonna sonora di vecchi film d’azione, tipo i primi James
Bond.
Devo dire che alcuni momenti del disco sono notevoli, ci sono dei
passaggi ritmici da cardiopalma, eseguiti con grande gusto, però
è anche un disco che qualcuno potrebbe trovare faticoso, qui
non è in discussione la bontà delle composizioni, quanto
lo stile usato, un disco strumentale di swing non è proprio
per tutti i giorni e se non si è abbastanza aperti di vedute,
lo si potrebbe trovare anche un po’ difficile da ascoltare tutto
d’un fiato. Resta il fatto che l’esperimento è
molto interessante. GB
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