Non
ho nessuna nota su questo gruppo e non so se sono al debutto o meno,
ma l’impressione è forte. Il brano d’apertura è
molto sabbatiano e il cantato di Mat Fitsimmons ricorda molto Ozzy.
Sulle stesse coordinate si muove anche il secondo pezzo, ma iniziano
a farsi apprezzare delle sonorità più moderne legate
ai Faith No More e al funky metal in genere. Il quarto brano ha un
inizio jazzato e si snoda su un ritmo mozzafiato, la miscela è
esplosiva. "The Monster" ha un incedere lento e maestoso,
sembra presagire le terribili sciagure che si materializzano nel vorticoso
finale. La musica esce dagli altoparlanti potente e cattiva, ma con
"Pickin’ Apples" si ha finalmente un momento di respiro
e di poesia sostenuto da un piacevole e malinconico arpeggio acustico.
È solo un attimo, col brano successivo il ritmo torna serrato
e martellante. "1000 Dreams" ribadisce l’intensità
drammatica del gruppo e "Devils Garden" recupera la migliore
tradizione del rock sulfureo richiamando alla memoria le scorribande
dei grandi Trouble. Il disco si chiude con un brano di oltre dieci
minuti che, su una base terribilmente acida e psichedelica, rielabora
in un mefitico calderone le componenti che abbiamo trovato lungo tutto
questo disco eccezionale. Il Sabba continua! GB
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