Il Quartetto inglese è autore di uno dei debutti più
innovativi della storia del Rock Progressivo, termine che va loro
assolutamente stretto. “Sea Shanties” riesce a miscelare
con impeto Hard Rock, Dark e Psichedelia, grazie soprattutto al violino
di Simon House e ad un songwriting ipnotico che non ha eguali nella
storia del rock. Il suono oscuro, a tratti nervoso e martellante è
frutto di un equilibrio fra gli strumenti che per i tempi in questione
ha dello stupefacente. Anche se si possono riscontrare i semi di questi
lavori in quanto Tony Hill ha prodotto in precedenza con i psichedelici
e geniali Misunderstood.
La chitarra di Tony Hill è Hard al punto giusto e la ritmica
composta da Peter Pauli al basso e da Roger Hadden alla batteria crea
una tensione che ha pochi paragoni. Anche la voce di Hill, che ricorda
quella del mai dimenticato Jim Morrison, contribuisce a costruire
questo ensamble ossessivo e grazie solo a qualche intervento Folk
si riesce a fuoriuscire dal turbinìo oscuro.
In definitiva un sound unico, ecco allora che si rimane colpiti dalla
forza di “Futilist’s Lament”, nulla poi in confronto
alla rabbia ed al crescendo di “Death Warmed Up”. Disturbante
e frenetico, dirompente e fastidioso “Sea Shanties” mette
ko l’ascoltatore di oggi, figuriamoci quello della fine degli
anni ’60. Un parziale attimo di respiro lo si coglie all’inizio
di “Pushed But Not Forgotten”, ma l’incedere sonoro
prosegue indisturbato il proprio massacrante corso.
L’Inghilterra ancora una volta si dimostra maestra di un genere,
in quanto portatrice di sperimentazioni che sconvolgono la storia
del Rock europeo e non solo. La musica continua a disegnare spirali
emozionali sino all’ultima nota, per un debutto che ancora oggi
è straordinario. Un secondo album omonimo è stato pubblicato
l'anno successivo ed è un altro capolavoro, poi da cercare
anche la raccolta con inediti "Open Season" curata dalla
Black Widow, mentre sono minori le altre uscite postume, spesso non
volute da Hill e House.
Simon House ed il suo violino li ritroveremo in seguito in band storiche
come la Third Ear Band, gli Hawkwind e nientemeno che con David Bowie.
Anche Tony Hill si fa rivedere in vari progetti e con dei discreti
dischi solisti, ma l'alchimia raggiunta con gli High Tide resterà
nella memoria come il loro momento artistico più alto e innovativo.
Gli High Tide vengono considerati da molti come una band “Minore”
del Rock Progressivo grazie al loro sound unico, ma l’impronta
lasciata è davvero indelebile e per noi i loro due dischi sono
due capolavori senza tempo. Consigliato ai più forti di mente
e coronarie. MS
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