Non ho note biografiche di questo gruppo che sembra più una
comune di artisti freakettoni, ma questo album dovrebbe contenere
materiale del ’98, tranne l’ultimo brano che è
di quest’anno e la band dovrebbe essere Israeliana ed è
capitanata dal chitarrista Lior Frenkel che ha composto e arrangiato
l’album.
I musicisti che hanno preso parte alle registrazioni sono ben dieci,
oltre alla classica formazione a cinque con due chitarre troviamo
un sax, una tromba e tre cantanti. La musica proposta ricorda molto
le follie di certi Gong e qualcosa del Canterbury, con una base jazz
e molto free style, improvvisazioni e anche qualcosa di Zappa.
Un misto che solo gli appassionati di queste sperimentazioni possono
apprezzare e questo è il limite maggiore di questo strano lavoro,
anche se devo ammettere che, pur non appartenendo alla schiera di
questi ultimi, ho seguito lo svolgersi del cd con un certo interesse.
Le chitarre sono distorte, anche se non si può mai parlare
di hard rock, le ritmiche sono jazzate e ossessivamente ripetitive,
probabilmente terreno per lunghe sessioni di improvvisazione dal vivo,
vere fughe oniriche ai limiti dello scibile, in questo senso ricordano
anche certi Hawkwind.
Un disco fuori dal tempo destinato ad un pubblico elitario, ma che
comunque possiede un certo fascino. GB
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