Rock Impressions

HOT TUNA live in Chiari (BS) 03/02/07
di Giancarlo Bolther

Sul palco del Palasport S.Bernardino di Chiari sabato 3 febbraio sono saliti gli Hot Tuna in versione “acoustic trio”. Il presentatore ha annunciato il concerto esclamando a gran voce e senza celare una certa soddisfazione: “Sul palco del Palasport S. Bernardino di Chiari stasera passa nuovamente la storia del Rock (ndr. Solo pochi mesi fa hanno ospitato i Procol Harum e Willy De Ville), signori e signore dall’America gli Hot Tuna!”.

In effetti il gruppo del chitarrista Jorma Kaukonen e del bassista Jack Casady è veramente parte della storia. Nati alla fine degli anni sessanta, dopo aver militato nei Jefferson Airplane, pubblicano un primo disco live acustico che è considerato ancora oggi un capolavoro di folk blues. Da allora Kaukonen e Casady sono sempre rimasti insieme e sul palco di Chiari hanno scherzato sul loro lungo sodalizio artistico, che ha raggiunto il mezzo secolo di durata e l’intesa maturata dai due si coglieva, un’intesa che andava molto al di là della semplice intesa artistica, una vera comunione di intenti per cui bastava uno sguardo, una smorfia, una piccola battuta e i due subito capivano cosa fare. Ad accompagnarli sul palco c’era il mandolinista Barry Mitterhoft, un vero virtuoso che non si è risparmiato un minuto, dando vita ad un’esibizione tecnicamente ineccepibile, sia quando faceva le parti soliste, che quando si occupava di quelle ritmiche.

Il concerto è durato oltre due ore piene, con una breve pausa solo prima del bis, durante le varie esecuzioni tutti e tre a turno si alternavano nelle parti ritmiche e soliste, Casady ha merevigliato tutti coi suoi solos di basso veramente coinvolgenti, tecnica sopraffina e gusto incredibile uniti in modo esemplare, un vero spettacolo per occhi e orecchie. Kaukonen è semplicemente uno dei migliori chitarristi in circolazione, anche se il suo nome non è fra i più patinati, ma col suo finger picking alternava momenti delicati ad altri carichi di tensione e di energia, con passaggi estremamente fluidi e belli, da grande interprete dello strumento quale è.

Tutti i brani erano cantati anche se non sono mancate lunghe jam strumentali, in repertorio abbiamo ascoltato grandi classici del blues e molti cavalli di battaglia del gruppo. Blues, folk, roots rock, jazz, rock e qualche timida traccia di country si sono mescolati in un’apoteosi di sensazioni. Si respirava aria profondamente americana, non dell’America spensierata degli anni ’50 e nemmeno di quella consumistica della California, ma di quella più vera, di quella fatta di storie quotidiane di periferia o dell’ammirazione di grandi spazi sconfinati, l’America delle mille opportunità e delle grandi disillusioni, un’America cantata con disincanto da tanti artisti “veri”, che ne hanno fatto una delle più importanti fucine musicali del secolo scorso.
Questa era la vera testimonianza artistica lasciata dagli Hot Tuna sul palco di Chiari. GB


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