A
molti di voi, i più appassionati di Heavy Metal, il nome di
Brian Howe non giungerà nuovo. Infatti la sua carriera si perde
nei tempi, nel 1983 è stato anche il vocalist di Ted Nugent,
uno dei chitarristi Heavy più in voga di quegli anni. Ma i
nomi sono altri ed altisonanti, quelli con i quali ha avuto a che
fare, uno su tutti i Bad Company, insomma un artista rodato e di esperienza.
Dopo “Tangled In Blue” (1997) e “Touch” del
2003, questo “Circus Bar” è il terzo suggello da
solista e per realizzarlo si avvale di una band composta da Brooks
Paschal, Dean Aicher, James Paul Wisner, Tyson Shipmann e Pat Travers
alle chitarre, Miguel Gonzalez e Wayne Nelson al basso, Matt Brown
alla batteria e di Luke Davids alle tastiere. Brani medio brevi per
dare spazio all’immediatezza dei riff , tanto che il disco è
composto da ben quattordici canzoni. La produzione sonora è
più che discreta, a dimostrazione ancora una volta, se ce ne
dovesse essere il bisogno di sottolinearlo, che la nostra Frontiers
è oramai marchio di qualità garantito.
Sin dall’iniziale “I’m Back” si ha il piacere
di imbattersi in quel Rock soffice e comunque di classe che è
al confine con l’AOR. Questo è un genere che si guarda
allo specchio, compiacendosi della propria bellezza, incurante degli
anni che passano, perché sembra essere intaccabile dal tempo.
Una musica narcisistica dunque e piena di fascino e sensualità,
una caratteristica innata. Per fare questo si necessita di un ritornello
quantomeno ruffiano, imprescindibile elemento del tutto e questo Brian
Howe lo sa molto bene. Tanto Rock e molta carica in tutti i pezzi,
ascoltate ad esempio “There’s This Girl” e constaterete
tutto ciò che abbiamo trattato sino ad ora. Immancabile anche
il frangente melodico stile ballata, acustico, quello che spezza l’ascolto,
messo lì per fare una pausa emotiva, altro elemento immancabile
del genere, qui con il nome di “Flying” e “Feelings”.
Un disco con canzoni da cantare a squarciagola assieme ad Howe, facili
da memorizzare ed in alcuni casi anche da stadio.
“Circus Bar” è un disco di gran classe, questa
la si ha o non la si ha e Howe stupisce per la qualità del
songwriting. Un lavoro degno di nota e raccomandato a tutti gli estimatori
del genere, anche ai nostalgici degli anni passati al confine fra
gli anni ’80 e ’90. MS
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