Non
capita spesso di trovare una band che offra il proprio album in download
gratuito (http://attraverso.hydronika.it/),
forse potrebbe trattarsi di una mera mossa pubblicitaria, o forse
è la follia di certi artisti romantici, disposti a regalare
le loro opere per un bicchiere di vino e un po’ di compagnia,
ma nessuno di questi due casi sembra adattarsi al progetto dei partenopei
Hydronika, che sembrano molto determinati a voler diffondere la propria
musica.
Il gruppo ha già inciso un paio di album circa quattro anni
fa e oggi torna con questo nuovo disco autoprodotto di nove brani.
La musica esplorata da questi musicisti è un rock italiano
a tinte forti, fra i primi Timoria e qualcosa del Ligabue più
rock, questo grazie anche alla personalità del singer Alessandro
Sarnataro, che ha davvero una bella voce, magari la sua timbrica talvota
ricorda altre ugule più celebri, ma nel complesso la sua prova
è davvero molto buona. Poi c’è la band che suona
piuttosto bene, con una formazione a cinque che si è stabilizzata
da circa un paio d’anni.
Il disco inizia con la title track, poco più di un intro dall’atmosfera
molto drammatica, quasi teatrale, che fa pensare a musica prog, poi
entra “Semplice Vedere” dominata da un giro post grunge
molto pulsante e il disco si impenna, la band mette subito in mostra
la propria anima rock con un pezzo accattivante, ben costruito e con
un testo molto ben integrato nella musica, una bella partenza. “Sangue”
continua a spingere sull’acceleratore, più semplice del
brano precedente e per questo più diretta. “Distante”
è più complessa, ci sono vari cambi d’atmosfera,
con parti serrate e altre tranquille, da ballata, ma resta comunque
una track potente, meno immediata, ma più originale. “Atilal”
è un lento davvero intenso, mai banale, una canzone dalla grande
personalità. “Ottobre” ritorna all’immediatezza
rock, dimostrando che la vena compositiva di questi musicisti non
da segno di cedimenti. “Come Vedi” è il primo brano
che mi convince meno, non è male, ma non mi cattura con le
sue atmosfere sospese. “La Tua Voce” è una seconda
ballad vagamente blues, meno originale di quella precedente. “Forma
/ Sostanza” è aperto da un intro intimista dominato dal
pianoforte, poi subentra un ritmo martellante piuttosto arrabbiato
e questa è la dimensione che preferisco di questa band.
Di gruppi italiani che fanno rock ce ne sono sempre di più,
ma non tutti hanno le carte in regola come questi ragazzi, ce ne sono
diversi che sono troppo legati a modelli stranieri e dimostrano poca
personalità, anche gli Hydronika ovviamente seguono modelli
anglofoni nel sound, ma hanno dato vita ad un impasto che suona davvero
convincente, con un cantato in italiano credibile. Bravi. GB
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