Gli
Hypnoise sono Italiani (Venezia è lo loro base) e sono autori
di un Rock Progressivo più Rock che Progressivo. Il concept
in questione riguarda un uomo di nome Cesare che ricerca il suo “Io”
interiore per dimenticare il passato, viaggiando in luoghi differenti
fino a raggiungere quello giusto. Il posto è decisamente più
vecchio e trasandato del precedente, ma ora può togliersi la
maschera della falsità che lo cela, per poter vivere sereno
nella natura.
Aleggiano nei riff sprazzi di Punk, come in “St. Valentine’s
Porno Bar” e unire Punk a Prog credetemi non è di certo
impresa facile, a dimostrazione di un possesso di buone idee. Anche
un certo Frank Zappa aleggia nelle chitarre degli Hypnoise, così
di conseguenza una certa voglia di divertirsi e di divertire. Con
“Black Napkin Un Tomato Bar” sembra che i Clash facciano
il verso ai Black Sabbath, il che la dice lunga sulla proposta dei
ragazzi. Trascinanti gli assolo di chitarra e belli gli inserimenti
corali con tanto di voci femminili. Tutto ciò sembrerebbe essere
fuorviante e confusionario, ma incredibilmente il risultato finale
risulta essere naturale e godibilissimo. “Sex Entertainer”
è ammaliante come il titolo, vischiosa e sinuosa, mentre “Love
In The Bathroom” non disdegna passaggi datati fine anni ’60.
Il punto di forza dei brani risiede nei ritornelli, tutti orecchiabili
e piacevoli. Più psichedelica “Lee Super Dark”
con chitarre stirate alla Pink Floyd per un risultato lisergico. Gli
Hypnoise sono davvero dei burloni e fanno bene a prendersi gioco della
banalità sonora destabilizzando l’ascoltatore, essere
progressivi oggi è proprio questo, rimarcare la personalità
con nuove idee e vecchi bagagli culturali.
Ascoltate “Upon A Golden Hill” e provate a capire il loro
messaggio. “God’s Garden” ci mette il carico e personalmente
ci sento vibrazioni Opeth e Porcupine Tree. “Like A Free Bird”
fotografa in pieno lo spirito Hypnoise, messo a nudo dai passaggi
strutturali di inebriante bellezza. Sbalzo temporale in “Flying
Thoughts In A Jungle Of FL” con chitarra classica, flauto e
voce, ma davvero sono proprio loro? Si, questo è il mondo che
ci propongono, una sorta di macchina del tempo e allora via con “My
Own World” verso i Pink Floyd di Syd Barrett e poi Police misti
a Doors con “Freedom” e a tutto Rock con “The End
Of Reason”. Chiude l’immensa “The Ocean”,
un curiosissimo mix fra Led Zeppelin ed Anathema.
Ma in definitiva, chi sono questi Hypnoise? Sicuramente una buona
promessa.
Per molti ma non per tutti. MS
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