Laurence
O'Toole, già chitarrista dei Sundial, ha dato vita a questo
nuovo progetto al secondo album in studio per il quale ha confermato
tutti i musicisti del primo album e in più ha chiamato a collaborare
attivamente il compagno Gary Ramon, leader dei Sundial.
Questo nuovo album segue la strada tracciata nel primo raggiungendo
una maggiore maturità artistica e una maggiore convinzione.
La psichedelia sessantiana di band come i 13th Floor Elevator viene
rielaborata e ringiovanita per una nuova stagione, che speriamo ricca
di proposte, mentre dell'ondata ottantiana di neo psichedelia mi viene
in mente il nome dei Barracudas, anche se loro erano molto più
orientati alla surf music, mentre più recentemente ci sono
stati i Kula Shaker.
Le dodici tracce che compongono Apple 13 sono pacate, con un suono
terribilmente nostalgico e molto fedele alle origini, fin troppo.
Ballate dilatate intrise di una malinconia serena, talvolta solare
e talvolta nebbiosa, ma mai arrabbiata. L'attacco di chitarra di "Stargazer"
è un marchio di fabbrica, per non parlare dell'organo onirico
con delle cadenze orientali che entra subito dopo, un brano che è
un vero manifesto di un'epoca. "Boat Keep Sailing" prosegue
sulla stessa onda, con una cadenza un po' più beat. "Apple
13" sembra Kashmir rallentata e ripulita, con l'aggiunta di un
po' di spirito sessantiano. "Shivering Sands" è uno
dei brani più grintosi e non è niente male. "In
a Silver Room" propone un vero tuffo nel passato con le voci
filtrate e l'arrangiamento semplice. Un viaggio che continua con una
discreta media, le composizioni sono tutte molto piacevoli e ben assemblate,
mentre la produzione e la resa sono veramente efficaci, in definitiva
è un disco riuscito.
Non mi sarei mai aspettato di recensire su Flash un 33 giri, ooops
volevo dire un CD come questo, ma ne sono felice. GB
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