La
storia degli italiani IF nasce nel 1993 con Franco Bussoli (basso),
Pietro Chimisso, Claudio Lapenna (tastiere) e Dario Lastella (chitarra).
Sono una cover band di gruppi come Pink Floyd, Queen e Police. Fino
al 2000 compongono un solo demo tape e denunciano uno stop che li
tiene fermi fino al 2004. Il cantante Chimisso se ne va e lascia il
posto a Paolo De Santis e la band completata alla batteria da Luca
Di Pardo, prova i veri primi passi.
Il bruco diventa farfalla, quella di IF.
Oggi “Morpho Nestina” è il quarto disco, a testimonianza
di una buona amalgama e di una importante vena compositiva. Infatti
la musica proposta dal quintetto è alquanto variegata, in essa
circolano davvero molte influenze. Ma cosa troviamo dietro le ali
della farfalla?
“You Need” apre con la voce di una televendita e quella
di un consulente bancario, tanto per evidenziare il concetto che il
mondo va avanti in maniera commerciale. “Morpho Nestira Part
1 “ è il primo brano strumentale e proprio per rimarcare
la variabilità della musica che dicevo prima, ecco miscelare
Progressive Rock con della Bossanova! Davvero interessante il risultato
finale. Con “10 Years Old“ andiamo a trattare uno degli
argomenti tanto cari a chi suona il New Prog, stile Marillion, la
gioventù difficoltosa. Bambini che giocano a palla e che si
ritrovano fuori perché in casa ci sono problemi, causa litigi
dei genitori. Una evasione dalla realtà, la vita è dura
e già da piccolo ti sputa in faccia. La musica ben si stringe
attorno a questo concetto.
Si cambia scena con “Background”, momento più Rock
dove il panorama diventa una stazione ferroviaria. E’ qui che
l’essere non è più solo e si trova in mezzo alla
folla. Il racconto è suddiviso in quattro parti con altrettante
situazioni differenti. Dolce il sax di Yul Fecè in “Thristy”,
un brano molto vicino ai Pink Floyd degli anni ’70 e l’argomento
diventa il sesso…e la vita prosegue. Dario Lastella riesce molto
bene nel suonare la chitarra alla Gilmour.
Atmosfere più calde e sexy , quasi da night con “Learning
To Communicate”. Bella la ripartenza centrale del brano, con
un cantato-narrato di Paolo De Santis che si dimostra buon interprete.
Riprendiamo il viaggio dell’individuo, dopo la parentesi sessuale
ed addentriamoci nell’ “IO”, nell’intimo,
uno sguardo dentro se stessi : “Unknown Eyes”, il lento
di Morpho Nestina. Arpeggi, di chitarra classica e voce femminile
che fa da coro. Un momento che riesce a spezzare l’ascolto.
Proseguono di tanto in tanto le televendite di sottofondo ed oramai
l’individuo è totalmente dipendente e lobotomizzato dalla
tv. “Poison” spiega tutto questo, un veleno per il nostro
cervello e siamo assetati dall’avere e dal comperare. Questa
società ci porta alla rovina, e gli IF spiegano il concetto
su una base Hard Rock, uno dei momenti più duri dell’album.
Ecco dunque ancora una volta in evidenza la duttilità di questi
ragazzi, amanti di tutti gli stili musicali. A questo punto si arriva
al dunque del concept, l’individuo si sente arrivato, pieno
di cose, lui “ha” , possiede, ma in definitiva si rende
conto che sono solo cose inutili. Turbe psichica, malessere interno
e chiusura al mondo, come si può ascoltare nel brano “Naked”
quando si sente chiudere una finestra. Analogia con The Wall anche
nel cantato e nella musica del piano, gli IF qui rasentano il gemellaggio
con i Pink Floyd. Bella musica ancora dalle mani di Claudio Lapenna
e dalle sue tastiere, è la volta di “Morpho Nestira Part2”
quasi sette minuti strumentali ed emozionanti. Funziona davvero il
crescendo emotivo, con il sopraggiungere della chitarra. Poi come
ogni brano Prog che si rispetti, si cambia marcia. Ancora più
particolare è “Empty” con una ricerca ritmica davvero
interessante da parte di Luca Di Pardo. Qui incontriamo gli IF più
sperimentali fantasiosi, non a caso è il brano più lungo
del disco. Franco Bussoli accompagna ottimamente tutti i pezzi con
il suo basso, peccato solamente per il volume dello strumento, per
i miei gusti personali troppo… basso.
Il concept si chiude con un filo di speranza e di ottimismo, “Oceans
Of Time” ci grida di rialzarci e di reagire a tutto questo.
A questo punto il disco è finito e in vero qualcosa dentro
mi lascia, anche se alcune soluzioni musicali sono gia sentite. Ma
non serve inventare ogni volta, l’importante è divertire.
Le idee ci sono, gli artisti sanno suonare ed hanno un senso spiccato
per la melodia e soprattutto per il Prog, peccato solo per una produzione
non all’altezza di quanto ascoltato.
Bravi davvero! Ancora una volta la nostra musica è ben rappresentata.
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