Gli Ikon sono una band storica della scena Dark Wave e vengono dalla
lontana Australia. In attivo hanno una nutrita discografia che inizia
nel 1991 e che, fra alti e bassi, non si è mai interrotta.
Il gruppo ha continuato le gesta di nomi storici come Joy Division
senza mai proporre qualcosa di veramente originale, con un sound che
sembra una via di mezzo fra gli Echo and the Bunnymen di Porcupine
e i Christian Death di Catastrophe Ballet. Ma bisogna riconoscere
che ci sanno fare e che il loro goth rock è di ottima qualità.
Nel nuovo album troviamo la collaborazione con la cantautrice Louisa
John Kroll di matrice ethno folk, anche lei australiana, e che ultimamente
sembra aver preso gusto nel provare vari progetti paralleli alla sua
attività solista. La formazione a tre degli Ikon è rimasta
la stessa degli ultimi lavori.
L’album si snoda in tredici tracce molto coese, a base di un
martellante dark sound dai ritmi tribali e dalle melodie terribilmente
malinconiche ed evocative, ottimo pane per i nostalgici degli anni
ottanta, in questo senso sembra quasi che l’orologio del tempo
per questi musicisti si sia fermato al 1981, miele per le orecchie,
ma sono convinto che i più giovani potrebbero non accogliere
con uguale entusiasmo questo lavoro molto retrò. Intendiamoci
è un ottimo disco, ma non ci sono quelle cose che i più
giovani amano tanto.
Ascoltare la trascinante “Never Forgive! Never Forget!”,
l’intimista “God Has Fallen From the Sky”, l’industriale
“Psychic Vampire” è davvero come fare un viaggio
nella storia del movimento gotico. Interessanti i brani condivisi
con Louisa che aggiunge un tocco nuovo alla formula del gruppo con
la sua tipica musicalità folk, fra l'angelico e il terreno.
Un must per tutti gli amanti di questo genere e per coloro che vogliono
riprovare le emozioni di un tempo. GB
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