La Germania in ambito Rock si è sempre saputa far valere, non
solo per il Kraut Rock, ma anche nel Progressive Rock. Non parlo dei
tempi che furono, la storia parla da se, ma di quelli odierni con
realtà importanti quali Sylvan, RPWL, Martigan, Apogee e molte
altre.
Con "Next Stop Vertigo" debuttano nel 2010, palesando uno
spiccato amore per il Prog più sinfonico. Infatti all'ascolto
non si possono non notare richiami ad artisti quali Spock's Beard
, Genesis, The Flower Kings oppure i Marillion. Eppure il quintetto
non si limita a scimmiottare le band nominate, bensì le ha
nel proprio DNA, così per questo il suono risulta fresco e
di personalità.
"Veritas" è un concept suddiviso in sette tracce,
fra cui due sono suite e ci si barcamena fra illusioni, realtà
e memorie di gioventù. Davvero ci sono tutti gli ingredienti
che interessano ad un Progster e l'inizio di "Darkness"
presenta una band coesa e dalle idee chiare.
Il piano di Sebastian Brennert (anche voce) accompagna con stile un
refrain di chitarra importante e si alterna con momenti di quiete
melodica. Brano strutturato in maniera strategica e diretta. Pulita
la ritmica del basso di Matthias Hommel e della batteria di Carsten
Dannert. Al centro del brano esce persino la voce di Papa Benedetto
XVI.
Il fatto che gli otto minuti e mezzo sono volati via è di per
se una conferma della freschezza della proposta. Importante anche
il lavoro delle tastiere da parte di Michael Kuchenbecker.
Ancora Prog energico con "Lullaby" e le tastiere soavi di
supporto, gli arrangiamenti ricoprono un ruolo importante nel sound
della band. Con "Waves" c'è una sterzata stilistica
a favore di band come Marillion e Pink Floyd, specie nel solo di chitarra
da parte di Jacques Moch. Emozioni che a stento si riescono a trattenere.
Segue la ricca "Dr.HO", vetrina dove gli Invertigo mettono
in esposizione tutti i loro gioielli strumentali. "Suspicion"
è invece la prima suite ed in essa sono immersi tutti i fattori
che ho citato sino ad ora, tanto da raggiungere un Neo Prog convincente
e rotondo, senza spigolature di sorta. Ovviamente cambi umorali e
di ritmo a profusione.
"Truth" è il movimento più breve dell'album
con i suoi quattro minuti e mezzo ed è anche l'unico strumentale,
a parte il breve narrato conclusivo. Tutto questo conduce alla suite
finale di 22 minuti dal titolo "The Memoirs Of A Mayfly".
Ascoltarla è come stare a guardare immagini velocizzate di
situazioni atmosferiche, vedere passare nubi e velocemente lasciare
spazio al sole, per poi venire alla pioggia e poi ancora sole e a
finire la neve. La musica è questo, come dicevano i nostrani
Arti & Mestieri, "Immagini Per Un Orecchio".
"Veritas" è un disco onesto che merita il nostro
rispetto e soprattutto un attento ascolto, perchè ogni volta
si può godere di una nuova sfumatura.
I tedeschi la sanno lunga: "In vino veritas"? Certamente,
ma anche "Invertigo Veritas"! MS
|