Rock Impressions

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******* OVER THE TOP *******
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Iron Maiden - The Book of Souls IRON MAIDEN - The Book of Souls
Parlophone
Distribuzione italiana: si
Genere: Heavy Metal
Support: 2CD - 2015


Gli Irons sono una delle band che ho più amato e The Number of the Beast è stato il primo Lp che ho comprato di un gruppo straniero, da allora li ho seguiti con devozione fino a Fear of the Dark, dopo di che il mio entusiasmo ha cominciato a raffreddarsi. Questo nuovo album però mi ha stuzzicato fin da subito, non so perché, qualcosa mi ha spinto ad acquistarlo. Sicuramente hanno influito le vicissitudini del singer Bruce Dickinson, la sua lotta contro il tumore ha colpito molti di noi. Poi anche l’artwork mi ha dato un brivido, era da tempo che non facevano una copertina di questa forza espressiva. Infine complice del ritrovato entusiasmo è stato sicuramente mio figlio, che è un novello ammiratore degli Irons. Così eccomi dopo tanti anni che scrivo di musica a parlare dei Maiden, miei mostri sacri e in fondo è un po’ anche per questo che non avevo osato prima.

Ripartiamo dall’artwork. Ho acquistato la versione “libro” con doppio cd. Il booklet è molto curato, con tre belle illustrazioni ispirate ai Maya, che faranno venire i brividi a tutti quelli che, come me, hanno iniziato ad ascoltare i Maiden conquistati dalle copertine dei loro classici. Il primo cd parte con un intro misterica, con sonorità ed effetti che ricordano certi western messicani, Bruce interpreta il brano con voce sofferta ed effettata, qualche brivido inizia a scorrere, poi entra una classica sezione metal stile cavalcata, i Maiden sono tornati e lo fanno con sicurezza. Il brano è piuttosto lungo ed è composto da diversi momenti, tra l’epico e il prog, ma sempre metal. “Speed of Light” ha un attacco molto hard rock, cadenzato e preciso, poi però il brano prende quota e il cantato di Bruce lancia gli strumenti in una galoppata coinvolgente, bello il finale. “The Great Unknown” è un brano cadenzato che cresce pian piano, Bruce sfodera tutta la sua grinta, per confortare i suoi fans, la sua forma sembra davvero buona. Ottimo anche il ponte con gli assoli di chitarra, ci sono passaggi veramente belli. “The Red and the Black” si apre con un cameo al basso di Harris, poi attacca una classica cavalcata maideniana, molto enfatica, di quelle da cantare sotto il palco fino a perdere la voce. Però il brano è lungo ed è ricco di situazioni diverse, a volte un po’ prolisso, ma nel complesso davvero buono. “When the River Runs Deep” è ancora puro metal epico, è chiaro che questa volta la band inglese ha voluto fare un disco molto teatrale, ai limiti del prog, un impegno compositivo che non avevano mai espresso con tanta determinazione. La title track inizia con una sezione acustica dal sapore desertico, il clima è subito misterioso e onirico, poi entra un giro metallico ancora progressivo, sono i Maiden più visionari che tornano in grande stile. Non è un brano acchiappone, piuttosto è puro metallo glorioso, di ottima fattura. Bruce canta con consumata bravura e si conferma uno dei migliori interpreti del genere. Le parti strumentali sono vera goduria, non avevo mai sentito la band così in forma.

Il secondo cd apre con l’anthemica “Death or Glory”, si spinge sempre sulle cavalcate dal sapore guerresco e la band non cede di un centimetro il terreno conquistato col primo cd. Ancora ottimo il cantato di Dickinson. “Shadows of the Valley” contiene forse l’unico mezzo passo falso del disco, il giro di chitarra è molto simile a quello di un altro pezzo della band, ma poi tutto si sviluppa in modo nuovo e quindi recupera. Parecchio bello il finale sempre all’insegna di cavalcate eroiche. “Tears of a Clown” ha una linea melodica sicuramente riuscita, quasi una versione più metal di “Tears of the Dragon”. “The Man of Sorrows” è una ballata elettrica dal carattere forte, ancora il gruppo ha la forza di piazzare un pezzo che colpisce dritto al cuore e siamo verso la chiusura del cd. E infine arriva la chiusura, c’è anche una sezione d’archi e il brano dura circa diciotto minuti, è la più bella suite proposta dal gruppo, “Empire of the Clouds” da sola vale l’acquisto del cd, maestosa e teatrale come mai i Maiden sono riusciti ad essere, un brano che rapisce e fa sognare.

I Maiden questa volta si sono voluti superare ed hanno spinto sulla teatralità del loro sound, il risultato è superiore ad ogni aspettativa e sono convinto che più di uno resterà stupito ascoltandolo. Un lavoro complesso che svela i propri tesori solo dopo ripetuti passaggi, ma al tempo stesso bello dall’inizio alla fine, che si ascolta tutto d’un fiato. Sono molto soddisfatto dell’acquisto. Che disco! GB
https://www.ironmaiden.com/




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