Gli Iron Mountain sono una band irlandese al debutto discografico.
Per la verità il disco era uscito autoprodotto nel 2015, ma
la volonterosa label ha voluto ristamparlo con una rinnovata veste
grafica. Il gruppo è composto da diversi musicisti, con un
buon bagaglio musicale sulle spalle, ne esce un sound complesso, carico
di tante sonorità che vanno dal kraut rock al post rock, dal
metal al folk tradizionale. I brani sono mediamente lunghi e strumentali,
il che li avvicina anche a certo rock progressivo. Formazione atipica,
con strumenti tradizionali e moderni all’unisono, all’insegna
di una musica fortemente suggestiva.
L’avvio del cd è affidato a “Bonfires”, un
brano carico di tensione drammatica, che mescola la musica tradizionale
irlandese a suoni cupi e psichedelici di grande spinta emotiva. Il
brano esprime una solennità a tinte fosche, preludio a un disco
che inizia subito a sorprendere. Nella seconda metà il pezzo
si avvicina ancora di più al folk, pur avendo una struttura
molto metal, ma non assomiglia a nulla di quanto già ascoltato
in precedenza, la rilettura è personalissima e molto coinvolgente.
“Enthralldom” non è da meno, non così penetrante,
ma la capacità di mescolare sonorità post moderne con
elementi folk colpisce ancora per inventiva e forza drammatica. “Blitz”
è follia allo stato brado, il mix di sonorità descritto
sopra qui raggiunge il suo apice, come se i Jethro Tull più
folk si fossero uniti agli Ozric Tentacles più visionari, il
tutto con un’attitudine fortemente psichedelica. Un brano non
certo facile, ma che rivela una band capace di osare e di proporre
soluzioni nuove e personali. “Powow” ha le movenze di
una marcia funebre, che pian piano prende vigore e cresce in potenza,
ancora una volta il gruppo riesce a sorprendere e fa centro. Chiude
la lunga “Opium”, summa artistica di questa band totalmente
fuori dagli schemi, un gruppo che mi ha affascinato come pochi ultimamente.
La mia simpatia per l’Irlanda potrebbe avermi un po’ condizionato,
ma più riascolto questo disco e più mi convinco di trovarmi
di fronte ad un’opera di assoluto valore, che merita tutta l’attenzione
del caso. Non sono molti i musicisti che hanno il coraggio e la forza
di proporre strade nuove e questi lo fanno. GB
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