Rock Impressions

J27 - Generazione Mutante J27 - Generazione Mutante
Vrec / Davvero Comunicazione
Distribuzione italiana: Venus
Genere: Hard Rock
Support: CD - 2012


Il nome di questa band nasce dalla “maledizione” dei 27 anni legato in particolare alla lettera “J” presente nel nome di quasi tutti i musicisti (i nomi sono noti), ma ci sono anche attori (scomodi), che sono morti al compimento del ventisettesimo anno. Sicuramente troppi e quanto inchiostro è stato versato per celebrare questa nefasta coincidenza… sempre che di coincidenza si possa parlare, e qui abbiamo trovato schiere di complottisti che hanno tracciato nere catene di indizi e coincidenze troppo spesso piene di sospetti più o meno fondati, che è difficile non credere ci sia qualcosa di reale dietro questa tragica catena di lutti. Difficile essere artisti, da sempre, e nelle altre epoche non è stato diverso, meglio non farsi illusioni, del resto Dante scrisse a tal proposito “quanto sa di sale lo pane altrui”.

Il gruppo toscano dei J27 da alle stampe questo secondo disco di rock cantato in italiano facendo un salto di qualità rispetto al primo album, avendo curato maggiormente la produzione che è stata affidata a Pietro Foresti. I brani proposti sono dieci con una cover dell’indimenticabile “Shout”, un brano che tutti quelli della mia generazione hanno amato e che merita due parole, all’epoca i rocker erano tutti piuttosto a disagio, perché dall’Inghilterra arrivavano tutti gruppi con canzoncine molto plastificate, tutti alla ricerca di hit per scalare classifiche di canzoni spesso inutili (non tutte però) e di rock che meritasse questo nome se ne sentiva veramente poco in radio… fino all’arrivo di “Shout” dei Tears For Fear, che con questo pezzo hanno messo d’accordo un po’ tutti e i J27 giustamente hanno rispolverato questo bel brano riarrangiandolo in modo molto (forse un tantino troppo) aggressivo e selvaggio. Il resto del disco è molto compatto, canzoni a base di puro hard rock sanguigno, molto orientato alle chitarre che sono sempre muscolose e presenti. Buona la prova del cantante Marco, che riesce bene a coniugare l’italiano col rock, ha una voce coinvolgente e decisiva per l’economia del disco, poi c’è la sezione ritmica precisa e pompante al punto giusto, la formula se volete è semplice e prevedibile, ma c’è qualcosa che cattura nella musica dei J27, è una voglia di farsi sentire che non tutti riescono ad esprimere con la stessa loro convinzione. Poi i testi sono tutti incentrati sulla fatica di vivere, nulla di sconvolgente, ma si integrano bene con la musica alla faccia di chi ancora pensa che non si possa fare rock cantato in italiano.

Una cosa negativa però la voglio proprio sottolineare, la copertina del disco, mi spiace dirlo ed è una valutazione strettamente personale, ma è inguardabile, credo l’originalità sia da ricercare in altro modo, certo si distingue, ma in senso negativo e spero con questa critica di non offendere nessuno, ma credo sia giusto dirlo. Comunque per quanto riguarda la musica bene così. GB

Live Report: Pistoia 2013

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