Vengono
da Medellin e sono quindi colombiani, sono all’album di debutto
e appartengono allo stesso management di gruppi come i Tempano o i
Kotebel. La loro musica è un miscuglio di stili con una buona
base strumentale e il cantato in spagnolo. Formazione a otto che oltre
agli strumenti classici presenta flauto, sax e due voci.
L’impianto è basato su un prog settantiano con incursioni
nella fusion. Ci sono varie ingenuità a livello compositivo,
così come il “Prologo” posto all’inizio,
che è veramente banale e non dispone bene all’ascolto
del resto dell’album. Una poesia recitata su un giro arpeggiato
di do… Poi si parte con “Obertura”, un brano che
cerca di essere originale con delle atmosfere cariche di mistero e
di drammaticità e un po’ ci riesce. Più gradevoli
gli arpeggi con tappeto sinfonico di “In Promptu”, un
tocco di Yes. Da questo punto l’album inizia a guadagnare dei
punti, anche se le parti cantate non si amalgano sempre bene, meglio
quelle strumentali. Non ci sono parti strumentali eccessivamente complicate,
ma alcune strutture sono piacevoli, un prog rilassante anche quando
dipinge colori oscuri. Il momento migliore è sicuramente la
conclusiva “Brujo Negro” con molti momenti veramente belli.
Per un debutto siamo ad un buon livello, molte idee sono interessanti,
solo andrebbero espresse meglio, vanno sistemate alcune ingenuità
e il gioco è fatto. Sono sicuro che il loro prossimo cd sarà
molto più riuscito. GB |