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            Orfani 
            degli Skunk Anansie, le vostre pene sono finite! I Jam Pain Society 
            raccolgono l’eredità del terrificante gruppo della selvaggia 
            Skin e la traghettano con un sound micidiale, molto più heavy 
            e funky, figlio di band come i Living Colour e i Faith No More, a 
            cui vanno aggiunte spruzzate Industrial. La singer Leah Kirby ha una 
            voce rabbiosa e ipnotica al tempo stesso, che ti inchioda con la sua 
            furia, mentre la mente è del chitarrista e produttore Chris 
            Hill, che spesso canta anche in contrapposizione alla Leah, poi c’è 
            la micidiale sezione ritmica composta dall’ottimo batterista 
            Nick Campbell e da ben due bassisti, Matt Frederick e Greg Putnam, 
            che suona il Chapman Stick e il basso a sei corde, questi ultimi creano 
            un tappeto ritmico molto avvolgente che rende di brutto e da alla 
            musica dei JPS una carica emotiva travolgente.
 L’attakko soniko parte subito con “So Here It Is” 
            e si capisce che per tutta la durata del cd non ci sarà respiro, 
            riff granitici e moderni vengono sciorinati su una base ritmica pulsante 
            e tribale di grande forza, una prova di resistenza che mette subito 
            in chiaro le intenzioni di questa formazione. La voce di Leah penetra 
            come una lama nei nostri sensi, non è una voce voluttuosa o 
            ammiccante, non è la solita ragazzina angelica, perché 
            la Kirby stende. Nel complesso comunque il primo brano non è 
            così spettacolare. “Wasted” è più 
            melodica, con la sua alternanza di parti morbide ad altre ad alto 
            tasso di adrenalina, ottimo songwriting. Irresistibile la cadenzata 
            “You Made Me” dove a catalizzare l’attenzione è 
            sempre la voce sguaiata di Leah, vera dominatrice, ma la confezione 
            è curatissima, il chitarrista factotum Chris Hill sembra avere 
            le idee molto chiare e conduce la band con polso fermo e che risultato! 
            Un solido hard rock moderno che ti smuove le viscere. Come restare 
            fermi con la martellante “Secret”? In un certo senso si 
            tratta di una formula molto commerciale, ma quando i mezzi impiegati 
            sono così buoni non resta che lasciarsi trasportare dal vento 
            di questi folli musicisti. “Monster Mind”, “7 Second 
            Smile”, “The Ride” sono tutti ottimi intermezzi, 
            che denotano ancora una volta l’abilità compositiva nel 
            segno della continuità e della coesione. “Erase You” 
            la vedo mooolto bene come singolo, dosa con sapienza momenti calmi 
            a tempeste sonore dalla violenza tellurica, tutto condito da melodie 
            vocali praticamente perfette. “Choose Your Machine” è 
            retta da un riff degno dei migliori Black Sabbath, sulfureo, magniloquente, 
            massiccio, Leah è da brividi, altro brano da dieci e lode. 
            Bella schakerata è anche “Wrapped Around”, l’adrenalina 
            non si vuole proprio fermare. C’è ancora posto per “Hero” 
            che non sfigura col resto, anche se è meno incisiva e la finale 
            “Flavour” chiude un disco che non lascia un momento di 
            respiro.
 
 Black Light Messiah è una vera prova di forza, la band ha le 
            idee e i mezzi per realizzarle, è composta da musicisti preparati, 
            che spesso fanno la differenza e il risultato pone il gruppo fra le 
            novità da tenere d’occhio. Signori miei qui ci sono grandissime 
            potenzialità e non mi stupirei se dovessero diventare presto 
            molto famosi, ma si sa… queste cose non dipendono solo dal talento. 
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