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            un periodo, dove le super collaborazioni sono tanto di moda, è 
            davvero difficile dare un giudizio obbiettivo su questo lavoro, proposto 
            dallo svedese Benny Jansson. L'axeman si circonda di vari artisti 
            che hanno gravitato nel circuito di Malmsteen e da alle stampe questo 
            suo terzo album.
 Si tratta di un incrocio fra un metal di matrice progressiva e la 
            fusion più tradizionale. Nonostante le alti doti tecniche dei 
            musicisti coinvolti, non riesco proprio a farmi catturare dalla musica 
            contenuta in questo CD, penso in particolare al brano "Give My 
            Baby Love" come esempio perfetto per quanto voglio dire, con 
            quei cori che hanno un sapore addirittura latino pur non avendo il 
            calore di quelle musiche, se proprio ho voglia di ascoltare del rock 
            con tinte latine ho già Santana che mi basta. "Hard Jazz" 
            è un altro titolo molto esplicativo a testimonianza di un disco 
            molto coraggioso, che sicuramente ha il grande pregio di essere abbondantemente 
            più originale della media dei prodotti sfornati dai chitarristi 
            di estrazione metal, ma permane dentro di me una riserva che non si 
            scioglie. Personalmente approvo le contaminazioni musicali, purché 
            trasmettano delle buone emozioni e queste non le ho provate ascoltando 
            Save The World.
 
 Un disco che forse non sono riuscito a capire, ma auguro di cuore 
            a Benny di continuare per questa strada impervia e di riuscire a raccogliere 
            i frutti che ancora gli mancano. GB
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