Probabilmente a molti di voi suonerà strano sapere che il singer
piacentino J.C. Cinel è in pista da venticinque anni, anche
se temo che il suo nome non sia ancora molto conosciuto, comunque
sia le sue prime tracce risalgono a metà anni ottanta, quando
incise l’album Shine On Me con i The Air. Da allora non si è
più fermato, anche se non ha mai fatto parte di nomi particolarmente
altisonanti, con esperienze anche oltre oceano, dove è andato
per perfezionare la lingua inglese. Più recentemente l’abbiamo
visto con i Wicked Minds (tre album) e ancora con la Jimi Barbiani
Band, dell’ottimo Back on the Tracks. Oggi però ci presenta
il suo terzo album solista, un disco che trasuda suoni americani ad
ogni solco, tra Eagles, Tom Petty, Doobie Brothers (uno dei miei grandi
amori), ma emerge anche qualcosa dei Bad Company.
Al fianco di Cinel partecipano nomi di prestigio come i chitarristi
Davide Da Busti e Andrea Barbieri, il bassista Luca Balocco e il batterista
Dario Guarino, ma soprattutto come special guest troviamo l’ex
Allman Brothers Johnny Neel alle tastiere, presente in quattro brani.
Il sound proposto è volutamente esterofilo, J.C. canta in un
inglese convincente e flirta con il country rock, col rock blues e
con l’hard rock, in altre parole un sound molto southern rock,
non molto innovativo se volete, ma fatto con competenza e passione.
J.C. è sempre molto attento alle melodie, che sono il suo vero
punto forte, ma anche a livello compositivo i brani escono convincenti
e maturi, sicuramente in grado di trovare spazio anche su mercati
stranieri.
Le undici canzoni presenti scorrono che è un piacere, il disco
è tutto un susseguirsi di bei pezzi, tutti piuttosto vari,
che abbracciano sonorità diverse, ma tutte sempre molto USA.
Cinel si conferma ottimo interprete e buon compositore, speriamo che
il suo nome da domani sia sempre più diffuso anche in patria,
se lo merita e anche noi ce lo meritiamo. GB
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