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            Per chi non ha mai ascoltato questo artista penso sarà molto 
            difficile farsi un’idea chiara di quanto è in grado di 
            fare Jinmo. Il nostro viene dal Giappone e Neo Tokio è il suo 
            ventiquattresimo album, è considerato uno dei leader della 
            scena contemporanea nipponica e il suo stile è veramente impressionante. 
            La prima parola che bisogna usare è “sperimentazione”, 
            Jinmo ha un rapporto sadico con la chitarra, ha ideato un suo stile 
            personalissimo per suonarla che ha chiamato “nano picking”, 
            ma usa al tempo stesso molta tecnologia, computers e tastiere alla 
            ricerca di un sound unico e irripetibile. Una sorta di chitarrista 
            Avant Garde estremo. Provate ad immaginare come potrebbe suonare la 
            chitarra un improbabile incrocio fra Malmsteen e John Zorn.
 
 Essendo questo il mio primo vero approccio a questo artista non posso 
            farvi un paragone coi suoi lavori passati, ma posso dire che Jinmo 
            non assomiglia a niente che io abbia ascoltato fino ad oggi e per 
            questo ho cercato di avere la possibilità di proporvelo. Questo 
            artista non si cura solo della musica, ma anche il look rappresenta 
            una parte fondamentale del suo personaggio, infatti si fa ritrarre 
            normalmente in abbigliamento fetish, gotico e dannatamente dark, in 
            questo si fa accompagnare dalla sua musa Hari, disegnatrice di abiti 
            fetish e che compare spesso al suo fianco (è lei nella cover 
            del disco). In effetti le foto che ritraggono Jinmo non sono molto 
            rassicuranti, sembra un vapiro, ma dopo aver scambiato qualche mail 
            con lui ho scoperto che è una persona gentile e socievole, 
            l’opposto della sua immagine profondamente provocatoria. La 
            sua musica non è da meno, infatti è altamente rumorosa, 
            Jinmo brutalizza la chitarra, in alcune foto usa anche spade e pugnali 
            per suonarla, ne escono suoni shokkanti, disturbanti, malsani, ma 
            è tutto voluto e calcolato, se volete potete leggere la musica 
            di Jinmo come una metafora della follia dell’umanità 
            di oggi, i rumori che produce sono degli affreschi urbani impietosi, 
            una denuncia del malessere moderno, una corsa sfrenata verso un futuro 
            oscuro e incerto. Difficile trovare delle metafore migliori.
 
 Il disco esce in edizione limitata di sole cinquecento copie numerate 
            su doppio vinile, insomma è già una rarità, inoltre 
            è la testimonianza di come il vecchio vinile sia ancora molto 
            amato. Jinmo sa creare delle visioni notturne claustrofobiche partendo 
            da una base rumorista, ad un primo ascolto la sua musica può 
            sembrare incomprensibile, ma una volta superato l’imbarazzo 
            iniziale si inizia a comprendere come il suo linguaggio sia perfettamente 
            in sintonia con le contraddizioni moderne. Jinmo è un vero 
            artista del nuovo millenio, folle e sregolato, ma anche preciso e 
            impietoso, che non ammette mezze misure: o lo si ama o lo si odia. 
            Addentrarsi nella musica di questo artista è una scommessa, 
            una partita crudele, un’esperienza unica e sconvolgente, ma 
            comunque arricchente. GB
 
 Per un assaggio: http://www.myspace.com/jinmo
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