| Ecco una delle due incarnazioni degli storici BJH che si presenta 
            a noi con l’ultimo disco in studio che, a quanto mi risulta, 
            è anche il primo, in quanto in precedenza aveva pubblicato 
            solo dei live. Il chitarrista John Lees è stato uno dei principali 
            compositori della band ed ha voluto continuare a tenerne viva la tradizione 
            a modo suo, un’operazione che può essere condivisa o 
            meno, ma in fondo quello che conta alla fine è sempre e solo 
            la qualità della musica.
 
 North è un album che racchiude molte aspettative, sicuramente 
            in chi l’ha composto e realizzato, ma anche nei cuori dei fans 
            si attendeva qualcosa che non avesse sempre e solo il sapore della 
            commemorazione. Apre l’elegante e malinconica “If You 
            Were Here Now”, il gruppo si presenta con un pezzo di grande 
            classe, retto da una melodia bella, abbastanza tipica per chi conosce 
            il repertorio dei BJH, ma che non fa gridare certo al miracolo. “Ancient 
            Waves”è già meglio, l’intro trascurabile 
            e ampolloso non adombra il gusto di un pezzo felicemente sognante. 
            “In Wonderland” ha una struttura complessa, quasi prog 
            e piace nonostante sia poco immediata. “On Leave” è 
            una ballad intimista, quasi un brano cantautorale, la sensibilità 
            di John è ancora intatta e fa breccia. Dopo tanta melodia serviva 
            una scossa ed ecco l’hard rock di “The Real Deal”, 
            non è certo troppo cattiva e rocka bene, però ad un 
            certo punto diventa troppo ripetitiva. “On Top of the World” 
            attacca come una suite classica, incedere solenne e maestoso. A bilanciamento 
            ecco l’agreste “Unreservedly Yours”, ballata solare 
            che ricorda le belle idee del passato. “North” inizia 
            un po’ anonima, ma il ritornello è davvero bello e rivaluta 
            tutto il brano. Chiude la malinconica “The End of the Day”, 
            un brano denso di bellezza, lento e recitato, ma intenso e molto poetico.
 La presente edizione è corredata da un bonus cd contenente 
            la registrazione di un concerto fatto nel 2011, la scaletta è 
            ricca di classici, suonati con consumata bravura e registrati molto 
            bene, sicuramente non deluderanno i fans dei BJH. La versione di “Mocking 
            Bird” è da brividi, coinvolgente l’hardeggiante 
            “Ball and Chain”, ma ogni brano degli otto presenti è 
            suonato con grande passione fino all’apoteosi finale raggiunta 
            con la lirica “The Poet/After the Day”.
 
 Devo dire che vista la copertina e il titolo avevo immaginato un disco 
            più folk, invece si tratta di un rock molto elegante, ma anche 
            poco avventuroso. Un disco che consolida una gloriosa tradizione senza 
            involgarimenti, ma anche senza scossoni, non si poteva osare di più? 
            GB
 
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