Rock Impressions

Rob Johnson


ROB JOHNSON
Rob Johnson
Peripheral
Guitararchitecture
Heavencross Records

Questo giovane chitarrista è manco a dirlo un discepolo di Malmsteen, Vai, Becker (che gli ha impartito anche qualche lezione) e Gilbert. Ha inciso un paio di albums con i Magniture 9, un gruppo americano di prog metal melodico (che non conosco) prima di realizzare questi tre dischi solisti.

La neonata Heavencross Records ha ristampato in un colpo solo questi albums per il mercato europeo nel 2001 con l'aggiunta di bonus e oggi sono finalmente disponibili anche in Italia, dandoci così la possibilità di valutare questo astro nascente della sei corde.

Questi tre dischi strumentali sono ultratecnici fino allo spasimo e Rob dimostra un virtuosismo istintivo e maniacale, una perizia sciorinata con una disinvoltura agghiacciante, un'indigestione di note che piovono sul capo del malcapitato ascoltatore di turno fino a ubriacarlo, a stordirlo senza pietà. Heavy Metal progressivo a fiumi, schitarrate strabordanti e anche molto fantasiose, ricche di invenzioni e di momenti di grande forza espressiva, ma questi tre dischi in realtà sono pesanti come macigni. La bravura di Johnson è fuori discussione e ogni vero amante degli albums a base di chitarra non deve trascurare questo artista, ma per chi non è particolarmente coinvolto dal solismo esasperato degli axemen di nuova generazione non troverà grandi motivi di interesse in questi titoli.

I tre dischi si assomigliano molto, non tanto perché Rob sia ripetitivo, ma perché hanno la stessa struttura, la stessa noiosissima attitudine dimostrativa delle innegabili doti del nostro. Rob è un chitarrista da tenere d'occhio con attenzione, ma anche da assimilare a piccole dosi, siete avvisati. GB



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