Rock Impressions

Jolly - The Audio Guide to Happiness JOLLY - The Audio Guide to Happiness
Inside Out
Distribuzione italiana: Spin Go!
Genere: Prog Metal / Post Modern Prog
Support: CD - 2011

Non so se capita mai anche a voi, ma io provo sempre una certa irritazione quando inizio ad ascoltare una band dal secondo o dal terzo album, mi sembra che mi manchi qualcosa, ho come una sensazione di incompletezza, in particolare mi accade quando quello che sto ascoltando mi piace. I Jolly sono una band di New York giunta al secondo album, sono un classico quartetto con tastiere e si muovono all’interno di un prog post moderno molto metallico, accostabile a Tool e Pain of Salvation.

The Audio Guide of Happiness si presenta con un artwork molto essenziale ed inquietante, quasi più segnale di allarme che non rassicurante compendio di felicità. Dopo un intro di presentazione parte la prima track “Ends Where It Starts”, un brano nervoso, oscuro, tormentato, sembra quasi cyber apocalittico. Sulla stessa lunghezza d’onda è la seguente “Joy”, il titolo sembra quasi uno sberleffo, ma le linee melodiche non sono proprio così nere come nel brano precedente, rimane il tessuto metallico. “Pretty Darlin” invece ha delle atmosfere ancora più dark, un brano gotico, che è riuscito a coniugare oscurità e linee melodiche accattivanti. “The Pattern” continua sulla strada di un prog metal malato e selvaggio, francamente un brano prolisso che mi ha lasciato poco. Meglio la romantica “Storytime”, che chiude idealmente la prima parte del cd.

Un intermezzo apre la seconda parte, che inizia con “Still a Dream”, un brano meno metal, ma molto più psichedelico dei precedenti. Molto intensa anche la seguente “Radiae”, sempre in tensione fra modernismi e fughe metalliche, un brano che entra dopo ripetuti ascolti, ma che alla lunga convince. Questa seconda parte del cd si dimostra più cerebrale, mentre la prima era più viscerale, questo viene confermato anche dalla decima traccia, la nervosa “Where Everything’s Perfect”. Stralunata e spiritata è “Doroty’s Lament, una ballad malata e fortemente malinconica ed inquietante. Il disco si chiude con un outro che invita ad inserire il disk two, ma ci tocca aspettare la sua realizzazione, per sapere come finisce questa storia.

Per usare un linguaggio cinematografico, questo disco dei Jolly ha connotati molto “noir”, un prog metal post moderno oscuro quindi, molto teatrale e cinematografico, non è un capolavoro, ma sicuramente ci mostra una band con una fervida immaginazione e delle ottime capacità tecniche, il capolavoro per questi musicisti newyorkesi potrebbe quindi essere proprio dietro il fatidico angolo e noi siamo già pronti ad accoglierlo. GB

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