I
Karelia sono francesi dell’Alsazia, in altre parole sono quasi
tedeschi e si sono formati nel 2000, nel 2004 esce il loro album di
debutto Usual Tragedy, un concept album all’insegna di un heavy
metal sinfonico dal forte impatto visivo, con una struttara epica
dei brani che risulta coinvolgente e atmosferica. La precisazione
geografica l’ho voluta perché in effetti la band ricorda
molto da vicino i gruppi teutonici.
Ad un anno di distanza ecco il seguito del debutto, un album più
maturo e coeso, più curato in sede compositiva e negli arrangiamenti,
con nove composizioni originali e a sorpresa una cover dei Pink Floyd,
“High Hopes” tratta dallo sfortunato The Division Bell,
ovviamente i Karelia ne danno un’interpretazione più
metallica e personale, interessante.
Senza voler fare un track by track devo dire che il disco si lascia
ascoltare molto volentieri dall’inizio alla fine, non avendo
cali di tensione o brani riempitivi. Non si tratta di materiale particolarmente
originale, ma il gruppo esprime una sufficiente personalità
con arrangiamenti molto corposi che fanno la differenza rispetto a
tanti lavori fotocopia. I brani sono incentrati sulla seconda guerra
mondiale, quindi c’è una certa disperazione e una malinconia
di fondo che avvicina il lavoro anche a certo gothic metal, ma si
tratta comunque di power epico, non troppo veloce, ma molto solido.
Questi ragazzi sono un gruppo in ascesa e sono convinto che sapranno
crescere album dopo album, intanto godiamoci questo Raise e tuffiamoci
nel loro rovente sound. GB
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