Roma è stata da anni il trampolino di lancio di un genere prettamente 
            di nicchia, lo Psichedelico che strizza l’occhio al Prog. E’ 
            accaduto per i Porcupine Tree, per i nostrani No Sound e mi auguro 
            che questo accada anche per i capitolini Karmamoi. Il quintetto composto 
            da Serena Ciacci (voce), Daniele Giovannoni (batteria), Fabio Tempesta 
            (chitarra), Alex Massari (chitarra) e da Alessandro Cefalì 
            (basso) con “Odd Tip” intraprende un viaggio interstellare. 
            Si formano nel 2008 da un idea del batterista Giovannoni e della cantante 
            Serena Ciacci. Dopo un singolo dal nome “Venere”, registrato 
            nel 2009, è la volta del debutto “Karmamoi” nell’anno 
            2011. Il 2012 lo vivono come un anno transitivo, congiunto solamente 
            da un ep intitolato “Entre Chien Et Loup”. Con “Odd 
            Trip” danno una svolta stilistica, avvicinando il sound al Prog 
            e tentando la strada del cantato in inglese. La confezione cartonata, 
            rappresenta la visuale da un pianeta arido, probabilmente un satellite 
            di Giove, vista la vicinanza con il pianeta gassoso. 
             
            Dodici le tracce, ad iniziare dall’introduttiva “Oxigen 
            (Interlude1)” , per una durata totale di cinquanta minuti di 
            musica. La voce di Serena Ciacci si esibisce fra sonorità Hard 
            con sottofondi Psichedelici. Ritmiche degne di nota, spezzate, affiatate 
            e precise rendono l’ascolto costantemente interessante. La formula 
            canzone è comunque in prima linea, la melodia resta sempre 
            in primo piano, malgrado i Karmamoi vadano a parare in territori astrusi. 
            Esempio ne è “Labyrinth”, dove il concetto si divide 
            in due, una parte melodica e la seconda più tecnica, quella 
            strumentale. Ci si addentra in una sorta di New Prog nella semi ballata 
            “If I Think Of The Sea”, sicuramente uno dei momenti più 
            toccanti dell’intero lavoro. 
             
            Facile accostare certe soluzioni a quelle della band di Steven Wilson 
            (Porcupine Tree), ma probabilmente il paragone non è del tutto 
            giustificato, in quanto nel suono riscontro anche la nostrana mediterraneità. 
            Anche nei frangenti più “scuri” si denotano raggi 
            di sole, tuttavia è innegabile una presenza di Psichedelia 
            decadente. Ottima la strumentale “Samvega”, una licenza 
            alla mente di poter dileguarsi in fantastici territori. Resta più 
            anonima “Yours”, soltanto perché è circondata 
            da deja vu sonori, anche se melodicamente ruffiana. Decisamente più 
            nordica la title track ”Odd Trip”, dove l’enfasi 
            interpretativa trova livelli più alti rispetto alla media degli 
            ascolti sin ora avvenuti. Nella strumentale “5+” si aleggia 
            in piena Psichedelia e nella discografia dei Porcupine Tree, brano 
            che potrebbe benissimo risiedere nell’album “Signify”. 
            Altra ballata è “Lost Days”, semplice e diretta, 
            mentre a concludere c’è “Aria”, canzone nella 
            norma senza infamia e ne lode. 
             
            Quello che si estrae dall’ascolto di “Odd Trip” 
            è semplicemente piacere, un disco che dimostra una crescita 
            di personalità. Mutano, ma sono ancora un ibrido, probabilmente 
            anche per i Karmamoi vale la legge del terzo disco, solitamente da 
            questa regola non scritta ma funzionale, non si sfugge. Li si avrà 
            il verdetto…o forse no? Intanto sono sicuro che voi amanti del 
            genere avete già segnato il nome nel taccuino dei “preferiti”. 
            Fato bene. MS 
             
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