Il
punk è in piena salute, certo è un genere dannatamente
underground, che salvo casi rari non gode di una grande attenzione
dei media, ma le etichette sono molte e i gruppi girano per tutto
il mondo nei circuiti dedicati con uscite discografiche di tutto rispetto,
inoltre c’è da sottolineare che molte etichette stampano
ancora parte del loro repertorio sul caro vecchio vinile contro ogni
regola di mercato e gioia per i nostalgici del caldo suono di questo
supporto.
I Killed By The Bull sono uno dei gruppi di punta dell’etichetta
americana Koi Records e propongono un punk diretto e viscerale. Sono
un classico trio, vengono dal New Jersey e nascono sulle ceneri di
Judas Factor e Jett Brando. Ad oggi hanno realizzato due cd piuttosto
brevi un primo omonimo nel 2005 e The Princess Rides The Bull…
l’anno dopo . Il sound di questi tre musicisti è un coacervo
di influenze, si tratta ovviamente di punk e di indie rock, con reminiscenze
rock ‘n’ roll e qualche sorpresa, del resto il punk ha
sempre amato giocare, ma la band fra i propri idoli cita anche Robert
Johnson, Led Zeppelin e Iron Maiden accanto a Misfists, Black Flag,
Dead Kennedys e Dinosaur Jr quindi non sorprende di trovare anche
dei brani vicini all’hard rock.
La proposta dei tre colpisce per la carica diretta del loro sound,
non ci sono canzoni di tre accordi, ma brani con una solida struttura
ritmica e delle parti di chitarra non troppo dure, le melodie non
sono mai scontate e nemmeno banali, le canzoni sono intrise di una
malinconia tutt’altro che prevedibile. Il punk è un genere
di protesta e questo si sente nei solchi di questi due cds, devo dire
anche con una discreta efficacia. Niente di troppo violento, ma non
è necessario essere sempre “violenti” per denunciare
le cose che non vanno.
Se credete ancora nel punk allora dovete cercare questi Killed By
The Bull, sono pieni di grinta ed hanno un sound che entra facilmente
nel cuore. GB |