Il buon momento per la musica di qualità offerta da artisti 
            italiani sta conoscendo una nuova e importante fase ascendente, come 
            dimostrato (rimanendo anche solo al più recente passato) dai 
            Lionville in ambito AOR. I Kingcrow lo stanno facendo in campo power-prog 
            metal e, giunti al quarto album, mostrano una maturazione tecnico-compositiva-espressiva 
            impressionante che si esprime in arrangiamenti sofisticati, in una 
            ricerca di comunicazione di emozioni perfettamente riuscita. 
             
            I nostri non vanno alla ricerca del facile passaggio spettacolare 
            o della potenza sonora sparata a mille e spesso fine a sè stessa, 
            piuttosto indulgono nella realizzazioni di intense atmosfere attraverso 
            le quali offrire una rappresentazione quasi visiva delle proprie sensazioni 
            e idee che vogliono essere trasmesse all'ascoltatore. 
             
            Si parte con l'energica "Right Before", esplosione sonora 
            di tecnica e passione, abilità tecnica e attenzione ai particolari, 
            finendo col risultare il brano più duro del cd; in "This 
            Ain't Another Love Song" è il progressive rock a dominare 
            la scena, anche se la parte centrale innalza improvvisamente la tensione 
            con una porzione metal di grande impatto. In questo episodio ho avvertito 
            l'influenza dei Queensryche (del periodo fra Operation e Empire) e 
            dei Riverside che il sestetto italico interpreta comunque con grande 
            personalità ed impreziosisce con ricercati arrangiamenti e 
            suoni. Bella davvero! 
             
            Con "The Hatch" le cose si fanno ancor più complicate 
            ed è stato per me un grande piacere seguire la trama sonora 
            sviluppata lungo i suoi quasi otto minuti, con inseguimenti strumentali 
            ed inaspettate aperture melodiche seguite subito dopo da più 
            intricati fraseggi: non facile da digerire al primo (o al secondo) 
            ascolto, ma immergersi in "The Hatch" è stato per 
            me molto gratificante. 
             
            "Morning Rain" si presenta come una malinconia ballad perfettamente 
            interpretata dal vocalist Diego Marchesi, un crescendo di emozioni 
            che sfociano nel potente finale sorretto dalle imponenti tastiere 
            di Cristian Della Polla. "The Drowning Line" accelera il 
            passo ed i tratti si fanno più metal (sempre declinato in chiave 
            progressive), ma alla fine, nonostante i lunghi passaggi strumentali, 
            risulta uno dei momenti più accessibili di "In Crescendo" 
            la cui scaletta prosegue con "The Glass Fortress" e "Summer 
            '97", entrambe con un inizio da ballad e con improvvisi squarci 
            metal che non sempre mi sono parsi così necessari, anche se 
            ho goduto molto la porzione conclusiva di "Summer '97". 
             
            Le sorprese continuano e i Kingcrow ci riservano la titletrack coi 
            suoi undici minuti la termine del cd, un ottimo compendio della loro 
            personalità artistica che miscela partiture complesse con tratti 
            heavy, dando al termine prog metal un significato nobile e lontano 
            dalle tristi commercializzazioni cui ho assistito. 
             
            "In Crescendo" è un cd il cui valore supererà 
            le barriere del tempo e del quale fra qualche anno sentiremo parlare 
            come una gemma del rock, col forte augurio che siano in tanti a farsi 
            contagiare e ad apprezzare la crescita artistica di Diego Marchesi 
            (vc), Diego Cafolla (ch), Ivan Nastasi (ch), Francesco D'Errico (bs), 
            Cristian Della Polla (tast) e Thundra Cafolla (bt). ABe 
             
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