Rock Impressions

Koi - In Tomorrow Hid Yesterday KOI - In Tomorrow Hid Yesterday
Progress Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Post Modern Prog
Support: CD - 2010

I Porcupine Tree e gli Anathema appartengono di diritto al gruppo di band così carismatiche da aver creato un folto seguito di seguaci fra i giovani musicisti. Di sicuro gli svedesi Koi hanno subito il loro influsso e ci propongono questo debutto emozionante che non nasconde le simpatie per le band citate, ma potremmo citare anche i Mars Volta o i Pineapple Thief, si stà creando infatti un nuovo movimento prog, che si sta dimostrando molto vitale.

Si parte subito con un brano onirico e psichedelico dal titolo “The Rabbit”, i suoni sono ipnotici e morbidi sono quasi un atto d’amore per le band citate in apertura, come da tradizione non manca il crescendo finale. Molto intimista la strumentale “Woodnote”, ci vuole personalità per comporre un brano come questo, anche se occorre un certo impegno per interiorizzarlo. Sempre molto delicata è anche la seguente “Terminal Souls”, che gioca su intrecci di chitarre acustiche e morbide tastiere, tranne poi elettrificarsi verso la metà e diventare molto metallica, ai limiti dello shoegazer, per poi ritrovare un’armonia pacifica verso un finale lirico e poetico. “Navigated to the Blank Undrawn” è più decisa ed elettrica, riff di chitarra secchi e taglienti (non metal), spingono il brano verso atmosfere torride e disturbanti. Una cosa che colpisce, non al primo ascolto, è che i brani sono tutti come collegati tra loro, tanto che ognuno sembra la prosecuzione naturale di quello precedente, ecco quindi che arriva la title track quasi in sordina, che oltre agli elementi già riscontrati nelle traccie precedenti, aggiunge degli ottimi intrecci ritmici. “In a World of a Child’s Mind” è la traccia più psichedelica del disco, ma è anche molto breve, seguita a ruota dalla misteriosa “Eventide”, a questo punto il disco subisce una svolta verso ambienti oscuri che vengono sublimati dalla tenebrosa “Metamorphosis”. La conclusiva “Less Than Abstract” riprende le idee iniziali, ma è molto bella e chiude con enfasi il disco.

Certo oggi che ci sono già molti gruppi che fanno questo genere, questo debutto non appare così rivoluzionario come avrebbe potuto, ma più la scena si allarga e più avremo la possibilità di ascoltare ottima musica. Questi musicisti hanno realizzato un album non particolarmente originale, ma hanno dimostrato molto carattere e, se riusciranno a trovare una via più personale, sapranno sorprenderci coi prossimi lavori. GB

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