L’Alternative Rock è la valvola di sfogo della pentola
a pressione contenente Rock. In esso ci sono incluse rabbia, voglia
di ricercare, di piacere e piacersi, l’intento di divertirsi
e sudare, scalpitare….suonare! Anche noi in Italia non siamo
scevri da questo contesto, ci riusciamo a barcamenare con estrema
dignità ed il sottosuolo musicale dello stivale, pullula di
questo fermento.
Molte band si presentano a contest e festival con la speranza di essere
notate, ma tutto questo anche relativamente, in quanto il Rock è
vissuto loro più come “essere” che “apparire”.
Mi capita fra le mani un ep di una band giovane, che si forma nel
2012 a Perugia, dedita a Grunge, NuMetal, Dark Wave ed altro ancora,
un quartetto di nome Kpanic, composto da Simone Pannacci (voce), Michele
Tassino (chitarra), Simone Migliorati (batteria) e Dave Tavanti (basso).
Anche loro partecipano a numerosi festival e contest con lusinghieri
risultati, basta nominare Vicenza Rock Contest 2014 (primi come migliore
cantante e chitarrista), RockAge Contest (primi classificati nel 2013),
Festival Nazionale Anime Di Carta (primi nel genere Crossover in inglese)
ed altri ancora. La sede live per questi gruppi è di fondamentale
rilevanza, una palestra, ma anche lo status quo. L’ep è
composto da cinque brani, mentre l’artwork è essenziale,
contenente i testi scritti da Simone Pannacci.
Immediatamente “Play Hard” accoglie l’ascoltatore
con una rasoiata elettrica, la voce è perfetta narratrice di
un malessere comunque ponderato e controllato. Buona l’incisione
e l’effetto eco della voce che dona profondità al tutto,
così il massiccio basso di Tavanti. Personalmente all’ascolto
mi si aprono avanti agli occhi gli anni ’90, solamente in chiave
più linda, il suono è migliore. Trovo analogie anche
con il Rock Alternativo e Psichedelico dei marchigiani Soundsick,
ma questo è anche dato dal genere trattato. “Ana”
è orecchiabile e si stampa nella mente in un istante, con le
sue reminiscenze The Smashing Pumpkins. Ancora una volta la voce è
più che degna interprete (il cantato è sempre in inglese).
La title track gode di effetti vocali iniziali e di un refrain ruffiano
e funzionale, mentre la successiva “U’N’Me”
ha una reminiscenza New Wave anni ’80. La conclusiva “Farce
(The First Dawn)” gode di epiche coralità.
“Kpanic” mi fa conoscere una nuova realtà italiana,
un giovane combo che sa cosa vuole. Malgrado trattasi di un esordio,
la qualità è nettamente sopra la media di questi lavori,
in tutto e per tutto. Li aspetto quindi alla prova cd che spero avvenga
al più presto. Addetti ai lavori, dategli un ascolto, siete
avvisati. MS
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