Il
seme di questa nuova band Metal Prog, viene messo nel 1997 nel sud
della Sicilia, precisamente a Pozzallo. Il creatore di Kshatriya si
chiama Massimo Sapienza (chitarra) e solo nel 2002 con l’incontro
di Marco Zichitella (voce, tastiere) ed il trasferimento a Bologna,
il progetto prende forma più concretamente. Il genere trattato
è il Metal Prog, quello caro a band come i Dream Theater, per
intenderci.
I Kshatriya cominciano subito una buona “carriera” live,
partecipando a numerosi eventi tra nord e sud Italia, fra i quali
menzioniamo l’Emergenza Rock Festival del 2003.
L’attività live forgia la band, almeno il legame fra
Marco e Massimo prende connotati d’intesa più marcati.
Dopo vari mutamenti di line up, li ritroviamo oggi assieme a Luca
Nicolasi al basso ed a Edoardo Tancredi alla batteria. Creano questo
EP dal titolo “The Dream”, composto da cinque brani. Non
nascondo una certa emozione mista a curiosità alla vista della
copertina del disco, questa mi ricorda molto da vicino “Air
Conditioning” dei Curved Air, certamente il contenuto sonoro
è completamente differente da esso. Qui siamo al cospetto di
brani robusti e metallici., lontani dal Folk.
“Through Your Days” apre con contagiosa spensieratezza
l’EP, mettendo subito in evidenza la voce di Zichitella. Inevitabile
l’accostamento a quella di La Brie, l’approccio è
simile, così la struttura sonora arricchita da buone fughe
tastieristiche. Il periodo dei Dream Theater al quale mi riferisco
è quello d’oro, ossia gli anni ’90 di “Awake”
& company. Le potenzialità sono subito messe in evidenza
avanti all’ascoltatore, la tecnica è buona , forse è
il songwriting a risultare più scontato, almeno per chi vive
di questo genere. Le carte sono in regola, “To Whom It May Concern”
si mette alla luce per la totale dedizione al Prog Metal. Classe,
cambi di tempo, tutto quello che il Prog ci ha insegnato è
recepito dai Kshatriya, ora non resta che plasmarlo con singolarità.
“Hiding Faith” spezza l’ascolto, una semi ballata
dalla melodia memorizzabile e di ampio respiro. Un caleidoscopio di
colori, peccato solo per le tastiere troppo nascoste dal suono degli
altri strumenti. “Heart And Reason” è variegata,
mostra un approccio più Progressivo nel puro senso del termine,
la band qui si muove con destrezza e buone idee. Chiude la dolcissima
ed arpeggiata “Kshatriya”, dove l’anima viene toccata
a fondo. Emozionante momento, seppur breve, di ottima musica.
Dopo “The Inner Journey” del 2003, questo EP apre la strada
al prossimo disco in lavorazione, il futuro “Dodecaphonic”….che
promette bene. Il mercato discografico su questo genere è davvero
spietato e feroce, per cui mi sento di consigliare alla band di proseguire
si per la loro passione (ci mancherebbe altro, la musica prima viene
dal cuore), ma di dare un approccio più mentale al tutto, ossia
di variegare e spezzare gli ascolti con differenti cambi umorali.
Il Metal Prog alla Dream Theater è sempre ottimo da ascoltare,
ma è divenuto un posto da sabbie mobili, dove sono sprofondate
migliaia di band. In definitiva “The Dream” è un
buonissimo biglietto da visita, consigliato davvero a tutti, la materia
la sapete, ragazzi, non resta che rimboccarsi le maniche e fare vedere
chi siete. MS |