Nelle
Marche si mangia bene e si beve meglio! Questo non spetterebbe a me
dirlo, ma ad un critico culinario, però concedetemelo, specialmente
per quello che riguarda il “bere meglio”…. (ndGB
sono daccordo con Max!!!)
Nella regione adriatica c’è la giusta temperatura ed
altezza per una riuscita ottima di vini bianchi e rossi, vere poesie
per palati, allora non resta che cantare le lodi di questo nettare
antico che ha da sempre accompagnato e “modificato” la
storia dell’uomo. Si è sempre detto che il vino fa cantare,
e c’è chi la faccenda l’ha presa nel vero significato
del termine. Verdicchio, Trebbiano, Rosso Conero, Vernaccia, Morro
D’Alba, Rosso Piceno e molti altri sono gli ispiratori principi
per una band che nella storia del Metal ha spalancato una nuova porta:
il VI Metal (VI è in dialetto anconetano l’abbreviazione
di vino).
I Kurnalcool sono di Falconara e si formano nel 1986, adoperando l’Hard
Rock ed il Metal come mezzo di comunicazione spesso colorito e solo
a tratti demenziale. Narrano di storie alcoliche in dialetto ed in
maniera goliardica, divertente e sfacciata, forse proprio per questo
non visti bene dai molti benpensanti. Chi ha avuto l’occasione
e la fortuna di vederli dal vivo hanno capito cosa intendo dire, ad
esempio come non restare allibiti durante la “benedizione”
al pubblico con tanto di sifone e pompa dell’acqua ramata, irrorando
vino a tutti sotto il palco! Altra caratteristica della band sono
le due batterie ed i due cantanti, ma attenzione, le buone idee per
funzionare devono comunque essere supportate da una professionalità
quantomeno sufficiente. Infatti le “Kurnacchie” hanno
dalla loro una tecnica individuale invidiabile ed una cura per i particolari
non indifferente.
Oggi giungono al loro venticinquesimo compleanno e per l’occasione
escono con un libro autobiografico dal titolo “Skioppa ‘Ni
Co’”, una sbornia lunga venticinque anni. Nella loro lunga
carriera ci sono quattro demo “Bumba Atomica” (1986),
“Vattafadantelvì” (1987), “Svinavyl”
(1988) “Slongame La Biscia” (1989) e sei cd, “Bumba
Atomica” (1997), “Stand By Vì” (1999), “Fuckin’
Giubilive” (2000 – Live), “Unvined” (2001
– Unplugged), “Takki A Beve” (2003) e “VI!”
(2009). In questo caso “VI” è a doppio senso, sta
per il numero 6 romano in quanto sesta realizzazione e appunto per
vino.
La musica si ispira a band Metal classiche tipo Judas Priest , a dell’ottimo
Hard Rock orecchiabile e da stadio oltre che ad una buona componente
di Ramones, un Punk fruibile e diretto. Oggi la band è composta
da John Big George (voce), Ricky Tyger Big White (voce), Michael Trilling
(chitarra), Mark Nardiello (chitarra), Andreas Kleinstein (basso),
JJ Guasto (batteria) e Max Vortex (batteria). Sono addirittura diciotto
le tracce che compongono l’opera tannica, iniziando dall’immancabile
“Intro”. Gli Accept donano l’ispirazione sonora
a “Vì”, sorta di brano autobiografico nel testo
e musicalmente ineccepibile, così come la qualità sonora.
Irresistibile l’ironia di “Kurnakkiò”, specchio
della società moderna e dei tempi che cambiano. L’amore
visto nell’ottica Kurnalcool si trova in “T’Haidadadafà”,
mentre “Reperibilità” racconta della scocciatura
inevitabile della chiamata lavorativa fuori orario. Gli argomenti
sono dunque molteplici, così i piccoli squarci di quotidianità
con problemi annessi e riflessioni varie. Da sottolineare “I
Wanna Tazz”.
Questi sono i Kurnalcool e “VI!” è l’ennesimo
bottiglione della loro cantina e sentirli suonare così dopo
venticinque anni fa pensare che in effetti…in vino veritas!
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