Abbiamo
recensito con gioia il precedente La Isla De Los Muertos di questa
gustosa band cilena. Con Ciudad De Papel la band giunge al suo quarto
lavoro. Il discorso sonoro prosegue con maturità, il concept
album passato è servito molto alla formazione artistica di
questo sestetto, il quale sfoggia nel disco tutta la propria qualità.
C’è coesione fra i componenti, il songwriting è
più vivace del precedente, così il suono che diventa
più elettrico.
Non nascondo certo il piacere che provo all’ascolto di “Ciudad
De Papel”, chitarra distorta, sax e Folk cileno. Ragazzi, qui
c’è da rimanere a bocca aperta. Sembra che La Desooorden
abbiano intenzione, con queste nuove sonorità, di attirare
l’attenzione delle nazioni estere e per dirla tutta, una strizzatina
d’occhio anche a noi europei. Ovviamente il coefficiente Folk
cileno è ancora quello predominante, risiede proprio nel DNA
della band, ma ce n’è davvero per tutti i gusti. Anche
in questo album, come nel precedente, non ci sono suite, ma tutte
canzoni di breve o media durata, solo in due sporadici casi si toccano
i sette minuti.
La ritmica di Rodrigo Gonzalez è nuovamente importante, così
il lavoro del sax di Peter Pfeiffer. Solo “El Gran Acuerdo”
da se vale il prezzo del cd! Un brano eccezionale, con interventi
elettrici davvero trascinanti a conferma che i cileni sono stati molto
attenti all’evolversi del nostrano panorama musicale. Si avvicinano
addirittura al Metal in “E-N-E-U-J” , questo tanto per
far comprendere lo sforzo creativo che mettono i nostri sul piatto.
Bellissima anche la dolce e conclusiva “Boletos Para Ir”.
Un disco che lascia soddisfatti al termine dell’ascolto, non
resta nessun vuoto emozionale, l’animo è saziato.
Oggi come oggi è sempre più difficile imbattersi con
persone che hanno voglia di dire qualcosa di nuovo, quando capita,
almeno accendiamo la nostra attenzione. Con La Desooorden andiamo
sul sicuro. MS
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