La genesi di questa band è stata piuttosto lunga e travagliata
e risale al 2001, ma dopo alcuni cambi di formazione e una pausa piuttosto
lunga si è aspettato il 2011 per vedere l’uscita di un
primo singolo, seguito da un secondo e infine da questo primo album
ufficiale, sulle origini del gruppo c’è davvero poco
altro da aggiungere.
L’avvio del cd è affidato ad una chitarra assassina,
in pieno seventies style, ritmi un po’ più veloci, ma
l’attitudine praticamente identica, poi entra la voce rauca
e sguaiata di Zaryan Zaidi e tutto prende forma, quasi fosse un mix
di Led Zeppelin, Alice Cooper, Motorhead e Black Oak Arkansas. Si
tratta di un rock ‘n’ roll molto sleazy, c’è
anche un’attitudine molto punk, una voglia di ribellione che
emerge con prepotenza, ma la struttura di fondo è prettamente
hard rock. Devo dire subito che per me la voce sgraziata e maligna
di Zaidi è stata subito un ostacolo per me, sensazione che
è perdurata durante tutto il cd, fino alla fine. “Scorpion”
è ancora più veloce e ruvida e così pure “Bagagazo”,
ma tutti i brani hanno più o meno lo stesso andamento, non
ci sono grosse variazioni e tutto il disco corre sugli stessi binari
dall’inizio alla fine. Le parti strumentali sono le mie preferite,
e devo dire che certe soluzioni mi piacciono pure parecchio, ma non
riesco a digerire il cantato.
On the Skids è un disco da ascoltare bene prima dell’acquisto,
ci troviamo di fronte a qualcosa di particolare e selvaggio, che potrebbe
coinvolgerci parecchio, ma potrebbe anche non essere esattamente quello
che avremmo voluto. GB
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