Guardando
le foto del booklet pensavo di trovarmi di fronte all'ennesimo chitarrista
tutto blues e sudore, nella migliore tradizione instaurata da artisti
del calibro di Alvin Lee e Rory Gallagher, ma mi sbagliavo di grosso.
Già dai primi brani si sente che il chitarrista norvegese Le
Tekro, membro dei TNT, si muove su di un sound molliccio, sostenuto
da grandi dosi di elettronica funky e da morbidi tappeti di keys.
Un terrificante mix di Lenny Kravitz e Prince, senza la forza viscerale
e carismatica del primo e la genialità disturbata del secondo.
Dodici brani piuttosto noiosi che non possono certo attirare i favori
di un audience abituata a ben altri standards qualitativi ed emotivi.
Anche tecnicamente non trovo momenti esaltanti in questo disco e mi
spiace un po' vedere fra gli ospiti quel grande talento di Jorn Lande.
Difficile trovare degli spunti per salvare un disco che mi ha annoiato
come non mai, una delle cose peggiori che ho ascoltato negli ultimi
anni e sicuramente lontano anni luce dai bei lavori prodotti nei paesi
nordici. GB
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