Tornano i Lifestream col secondo album, seguito di Diary uscito quattro
anni fa. La band mi aveva colpito per il gusto melodico dimostrato,
inserito in un contesto prog, nel senso che costruiscono strutture
musicali complesse senza mai perdere di vista l’obiettivo di
fare musica piacevole da ascoltare, se volete è un mix di prog
e AOR, qualcuno lo chiama “neo prog”, a me le sigle importano
poco, quello che mi interessa è capire se gli artisti hanno
qualcosa da dire.
Alter Echo è diviso in tre parti ed è un concept fantasy
che parla di due mondi divisi che hanno avuto una diversa evoluzione
e che mi ha fatto pensare un po’ alla trama di Spazio 1999.
Rock sanguigno si alterna a splendide melodie, con una interessante
costruzione dei brani, spesso dominati dal dialogo che chitarra e
tastiere intrecciano nelle parti strumentali. Molto buone anche le
parti vocali.
Musica per palati fini, che si assapora con più ascolti, perché
tante sono le sfumature da cogliere. L’unico appunto che mi
sento di fare è sulle grafiche del booklet, i testi sono poco
leggibili, tanto impegno creativo avrebbe meritato un po’ più
di attenzione grafica. GB
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