I Lilium Sova sono un trio di Ginevra nato nel 2006 e questo è
il loro terzo disco. Propongono musica sperimentale unendo diversi
generi e suggestioni. Già la strumentazione in alcuni brani
appare atipica, il lato “A” del cd vede violoncello, basso
e batteria, mentre nel lato “B” la chitarra prende il
posto del violoncello, ma la struttura non cambia. Si parla di heavy
metal sperimentale, di prog metal, di noise rock, di mathcore e altro
ancora, perché in fondo è una musica senza una identità
precisa e questo è un gran pregio.
Ritmi dispari, dissonanze, atmosfere apocalittiche, insomma non è
musica rilassante, ma la suggestione è garantita. Grandi partiture
strumentali dense di una poetica post moderna, se volete si può
pensare ad un’evoluzione dei King Crimson e di tutto quel rock
sperimentale che dalla fine degli anni sessanta ha spinto la ricerca
oltre le facili melodie. Il fascino di queste composizioni non sta
però nella complessità, ma nella bellezza di quanto
si ascolta, in altre parole questo disco non è bello perché
è “strano”, ma lo è perché, nonostante
sia fuori dagli schemi, riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore
senza costringerlo a complessi esercizi mentali per gustare quanto
proposto. Insomma è un disco bello da ascoltare per quanto
sia duro e talvolta anche cupo, ma la poesia in esso contenuta è
di alta qualità.
Questa è la musica sperimentale che mi piace, quella che non
perde di vista l’obiettivo di dar vita a qualcosa che, nonostante
la rischiosa ricerca di soluzioni complesse, riesce ad essere comunque
uno strumento di intrattenimento. GB
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