Che sorpresa, ben tornati a questi signori americani, rockers di vecchio
stampo. In effetti dovrei dire ben tornato a Steve Blaze, visto che
è l’unico componente rimasto della line-up originale.
Sono passati ben otto anni dall’ultima apparizione discografica
e “Water Rising” è a tutt’oggi il loro sesto
sigillo. Lo standard qualitativo è sempre stato sulla sufficienza,
non hanno mai scritto opere di grande rilevanza storica, tuttavia
sono autori di album sempre gradevoli, dotati di buon stile personale
ed ottimi solo di chitarra.
“Water Rising” non esula da questo loro modello, comincia
con la tiltle track a percorrere i sentieri Hard Rock, si entra con
tutti e due i piedi nel loro stile con “Antarctica” e
“Become A Monster”. Come punti di riferimento potrei nominare
i Pink Cream 69, non molto distanti dal songwriting. La voce del nuovo
cantante Derrick Lefevre è buona, così l’interpretazione
che dedica ai brani, mostrandosi duttile ad ogni evenienza. Non solo
frangenti Hard Rock tendenti al Metal, nel cd si alternano canzoni
che possono sicuramente ben figurare nella discografia di una qualsiasi
buona band di Rock “Sudista”. Non esagero se sento molto
gli Eagles di “Hotel California” in “Quarantine”,
quasi plagio nel refrain. Non cambia il giudizio nella successiva
“I Have To Die, Goodbye”, escluso il fatto Eagles. Il
disco tocca l’apice del piacere con “Until The End Of
The World” e “Fieds Of Yesterday”, per il resto
ordinaria amministrazione.
La produzione dello stesso Blaze è buona, in definitiva “Water
Rising” riesce ad emozionare ed allo stesso tempo ad elargire
energie positive, che sicuramente fanno comodo nel corso delle nostre
giornate. Forse con questo disco ancora una volta i Lillian Axe rimarranno
sommersi dal caotico mercato odierno, ma noi siamo vicini a loro per
ricordare a tutti che il buono e sano Hard Rock non è mai morto,
anche se molti lo pensano, peggio per loro. MS
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