Da non confondere con la band inglese degli anni ottanta, questi sono
un combo californiano di hardcore metal attivo dal 2007. Una consuetudine
di questi anni è che ogni genere musicale, anche dopo una diffusione
iniziale massiccia, è destinato a diventare di nicchia. Qualche
tempo fa esplosero il crossover e l’hardcore metal, con gruppi
che guardavano al futuro fondendo assieme un heavy estremo, maledettamente
pesante, e un'attitudine hip hop, con cantato mediato dal rap. Prima
gli appassionati dei due generi si tenevano a debita distanza, in
sostanza odiandosi reciprocamente. In seguito questi gruppi hanno
tentato di riunire le due tifoserie contrapposte, anche se non credo
ci siano mai riusciti del tutto.. Piuttosto si sono ritagliati una
fetta di pubblico tutta loro, in altre parole un’altra “nicchia”.
Così non sorprende trovare ancora prodotti di questo particolare
genere musicale, molto ruvido e coinvolgente. E i Lionheart portano
avanti con sputato orgoglio la bandiera dell’hardcore metal
da circa nove anni.
I riff di chitarra sono saturi, pesantissimi, i ritmi incalzanti,
con una sezione ritmica che spacca e soprattutto il cantato rap a
due voci, che ti sommerge di odio e di rabbia, un’attitudine
che nasce dai sobborghi più degradati, nelle periferie dove
non batte mai il sole, dove si cresce a contatto con una realtà
scomoda. Ecco allora una musica scomoda, carica di distruzione, una
vera metafora del disagio, ma anche una potentissima valvola di sfogo
per molti giovani, che preferiscono scatenarsi in pogo furibondi,
per placare la loro sete di riscatto. Undici brani tutti molto coesi
e diretti, undici pugni nello stomaco e calci nei denti, violenza
proclamata anche nel titolo dell’album, mediato da un vecchio
classico R&B della Motown, ma di cui non resta nulla. I Lionheard
ci sanno fare e la loro determinazione raggiunge lo scopo, piuttosto
bisogna avere la giusta predisposizione per fare di questa musica
una compagna di vita.
Devo dire che a livello compositivo questo disco mi è sembrato
abbastanza ripetitivo, anche se certi passaggi non sono affatto male
e funzionano. Francamente non mi dispiace ogni tanto ascoltare musica
così carica di forza, è ottima per scaricare energia
e in certi momenti se ne avverte davvero il bisogno, un bel calcio
piazzato, metaforicamente parlando ovviamente, ma bello diretto a
tutte le ingiustizie che subiamo e sono sempre di più. GB
|