Rock Impressions

Lucifer's Friend - Awakening LUCIFER'S FRIEND - Awakening
Lucifer Records / Cherry Red Records
Distribuzione italiana: -
Genere: Hard Rock
Support: 2CD - 2015


Quando ho letto che era uscito un nuovo disco dei Lucifer’s Friend mi è venuto un tuffo al cuore, sono una delle band più rappresentative dell’hard rock tedesco, insieme a Birth Control ed Epitaph e meriterebbero una bella retrospettiva, cosa che non posso fare in questo contesto. Da notare almeno che il loro singer John Lawton ha fatto parte anche degli Uriah Heep nella seconda metà degli anni ’70. Il gruppo si era formato ad Amburgo nel ’69 e l’ultimo album in studio risale al 1981, Mean Machine, Sumo Grip uscito nel ’94 era a nome Lucifer’s Friend II. Sono passati quasi trentacinque anni dal loro precedente sigillo e quindi il loro ritorno è stato una vera sorpresa, tenendo conto anche che per tre quarti abbiamo i membri originali. Però la sorpresa è mitigata dal fatto che il primo cd contiene vecchi brani rimasterizzati e solo il secondo del materiale inedito composto nel 2014, ma sono solo quattro pezzi.

Il debut album del gruppo rimane uno dei dischi di hard rock più belli del panorama krautrock, da questo vengono presi i primi quattro pezzi proposti. La vicinanza ai Led Zeppelin di Immigrant Song è palese in “Ride the Sky”, ma ci sono echi anche degli Uriah Heep, proto metal anthemico e trascinante. Il riff complesso di “In the Time of Job” mostra una maggiore originalità, colpisce in particolare la musicalità del pezzo, nel ponte ci sono anche sprazzi di psichedelia ai limiti del prog, la voce di Lawton fa venire i brividi. “Keep Going” è quasi sabbathiana, la progressione è sorprendente e i pezzi di hammond sono da manuale, dei veri classici, se fossero stati inglesi molti di più si ricorderebbero di loro. Altro brano molto bello è “Toxic Shadow”, il riff è irresistibile e nella parte strumentale diventa un intreccio di prog e hard rock di grande respiro. “Burning Ships” è l’unico brano preso da Where the Groupies Killed the Blues, una ballata forse poco rappresentativa del disco, ma molto bella, con un finale ancora zeppeliniano. “Fugitive” e “Moonshine Rider” sono prese da Mind Exploding del ’76, si sente che i suoni sono cambiati ed è entrata l’influenza del r‘n’b e del funky, belle le strutture, anche se molto lontane dalle sfuriate metalliche dell’inizio, certo che ci sono grandi partiture, anche se si respira tutto il cambiamento in atto in quegli anni. Con “Dirty Old Town” si fa un passo indietro nel tempo e si torna al ’74, la ballata proposta è più rock, ma già qualcosa si stava muovendo verso nuove direzioni. L’album Mean Machine ha segnato un chiaro ritorno alle sonorità dirette dell’inizio carriera e così ecco la dura “Fire and Rain”, ancora retta da un bel riffing di chitarra. Ed infine dallo stesso album “Hey Driver”, magari non un brano epocale e vagamente americaneggiante, ma con diverse idee interessanti.

Il primo nuovo brano è “Pray”, le sonorità sono ricche e complesse, quasi dei novelli Uriah Heep, con un occhio anche alla tradizione del gruppo, che viene riletta in chiave moderna. La voce di Lawton è sempre calda e bella, ma le chitarre si sentono poco a favore delle tastiere e di effetti che rendono attuale il sound. “Riding High” è un brano epico, molto complesso e nervoso, il carattere della band emerge con forza drammatica e i Lucifer’s Friend ci consegnano un gran pezzo. Convince anche “Did You Ever” anche se meno impegnata delle precedenti. Chiude “This Road”, che ha diversi inserti, tra hard melodico e classic rock, con una linea melodica riuscita, caratteristica da sempre di questa band.

Dopo tanti anni è bello riascoltare i classici rimasterizzati, però avrei anche gradito qualche brano nuovo in più, speriamo sia l’antipasto per nuove scorribande, intanto godetevi questo pezzo di storia del rock! GB

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