Sebbene
ancora acerba, la proposta dei Lunainfea va valutata con attenzione,
avendo nella particolare vocalità di Katla Haussmann un solido
punto base sul quale edificare un costrutto sonoro sicuramente avvincente.
La teatralità spinta della singer è sostenuta dalle
chitarre nervosissime di Alessandro Rubin e dalla sezione ritmica
(Julian Nardi al basso e Kaio Karras alle drums) che procede obliqua,
segnando una linea netta che pare spezzare in due episodi come "In
the cage" e la bella "Letter to hell", ove traspare
a tratti l'influenza dei No Doubt (ma sarà solo una mia impressione?).
Peccato che i brani compiuti siano soltanto quattro su sei, anche
se le brevi "It has arrived" e "Vanishing" non
sono episodi da sottovalutare. Fra i due, ecco incastonata la grandiosa
(proprio nel senso di sontuosa) "Winter '85" la quale cita
una stagione (in particolare di quell'anno), curiosamente tanto cara
pure ai Bluvertigo (a metà gennaio una coltre di una settantina
di centimetri di neve paralizzò l'industriosa Lombardia, fun
in quel periodo che il giovane Marco Castoldi decise di diventare
un musicista!).
Cosa sarà dei Lunainfea? La loro proposta difficilmente catalogabile,
il loro essere (per i canoni tipicamente italici del pop) così
diversi, dove li porterà? Spero lontano, perchè perderli,
o peggio ignorarli, non concedere loro l'occasione, per quanto ascoltato
in questo minicd, sarebbe delittuoso! AM
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