Tornano
dopo tre anni di silenzio i Macbeth con il loro secondo album. Il
loro debutto si fece notare per la sua qualità, ma con questo
secondo lavoro il gruppo sembra aver fatto un buon balzo in avanti.
Il gothic degli esordi viene irrobustito con una grinta e una vitalità
sorprendenti che candidano i Macbeth ad essere una delle migliori
band di gothic metal del nostro paese. Atmosfere sognanti e viziose
si alternano a sfuriate metalliche al limite del black metal, intermezzi
sinfonici e quasi progressivi arricchiscono di melodie l'oscurità
malinconica dei momenti più propriamente gotici.
Nel gruppo ci sono stati dei pesanti cambi di formazione, che hanno
visto la sostituzione dei due precedenti cantanti e del bassista,
ma il cambio sembra aver portato nuovo entusiasmo alla band che da
l'impressione di essere notevolmente maturata.
I brani sono molto vari e si passa dall'ispirata e meditativa "Pure
Treasure" alla dirompente "Green Orchestra" con l'alternarsi
del cantato femminile a quello maschile sorretto anche da inserzioni
di screaming. Una formula che non è certo nuova, ma la prova
è convincente e non mancherà di piacere a tutti gli
appassionati del genere. GB |