Gli irlandesi Mael Mordha sono giunti al secondo album con il loro
mix di musiche celtiche e doom metal. I riferimenti primi vanno ovviamente
a Skyclad e Cruachan, ma questo gruppo non manca di una certa personalità.
Come i compatrioti Cruachan dimostrano un notevole interesse per la
mitologia celtica irlandese e i loro brani sono intrisi di storie
e leggende e la loro musica riflette il carattere epico dei racconti
a cui i brani si riferiscono.
La musica celtica offre un connubio perfetto tra senso del dramma,
malinconia poetica ed esortazione epica, i suoni doom metal in particolare
amplificano queste caratteristiche aumentandone il senso drammatico
e la tensione teatrale, in questo i Mael Mordha riescono a convincere
proponendo un suono intenso e ricco di sfumature.
Certo abbiamo già avuto modo di ascoltare molti gruppi che
si sono cimentati nell’unire metal e celtica, alcuni con risultati
veramente notevoli come i già citati Cruachan, ma questi musicisti
non sfigurano, anche se non sono ancora del tutto maturi per lasciare
il segno. In particolare di questo gruppo mi piace il fatto che, a
differenza di tanti loro compagni, non partono da una base black o
death metal, ma dal doom, un genere forse meno apprezzato a livello
di consensi di pubblico, ma che personalmente ho sempre trovato molto
più interessante delle frange più estreme del metal
(giudizio del tutto personale, si intende).
I sette brani che troviamo nel cd sono stilisticamente molto simili
tra loro e denotano una certa compattezza compositiva, ma alla lunga
l’album risulta meno convincente, se ci fossero state più
parti acustiche e un uso maggiore di certi canoni celtici il loro
sound sarebbe stato più intrigante, ma comunque si tratta di
una proposta molto particolare e sufficientemente personale.
I Mael Mordha devono ancora scrivere il disco che potrà consegnarli
alla storia, ma questo album è un discreto esempio di metal
celtico ed epico, che non dovrebbe far fatica a trovare un proprio
pubblico di appassionati. GB
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