Ricerca sembra essere la parola d’ordine di questi canadesi,
sono uno dei gruppi più all’avanguardia nel settore Prog.
Nei loro dischi possiamo cogliere innumerevoli influenze, dal Jazz
alla Scuola Di Canterbury, poi elettronica, psichedelia ed Ambient!
Per cui detto questo, chi non ama certe combinazioni gia è
alla conclusione della recensione. Agli altri non posso fare altro
che i complimenti per la mentalità aperta e proseguire nei
dettagli.
Tanto per cominciare, questa band mi ha ricordato molto i Djam Karet
e comunque le tastiere sono sempre molto presenti. Apre la sperimentale
“G.M.F.T.P.O.”, apparentemente rude e disarticolata, una
breve introduzione per arrivare al vero primo brano del disco, “T-Tigers
& Toasters”. Questo è un pezzo all’inizio dal
sapore Ambient, con rumori, tastiere sognanti ed ottimi arrangiamenti
di fondo. C’è anche della Psichedelia , quella degli
anni ’70 a guarnire il tutto. E’ uno dei frangenti più
alti e più lunghi dell’intero “DO5”, un crescendo
sonoro ed elettrico che non potrà che stupirvi. A seguire,
unite come in un concept, ecco “Last Stand At Fisher Farm”,
quasi alla Tangerne Dream, con tastiere ed elettronica in prima linea.
Molto ritmata , al limite dell’Heavy, è “You’re
Meshugah!”, immaginatevi gli EL&P arrabbiati. A sorpresa
nel finale sopraggiunge uno spensierato e scherzoso refrain. Unito
a questo c’è “I Am Not Your Sugar”, più
o meno sulle coordinate del predecessore, solo più Heavy. Effetti
psichedelici aprono “ Demon Jogging Spoon”, un brano ricercato
nelle ritmiche e nella struttura a tratti fruibile ed a tratti ostica.
Con “Medicine Missile” perscrutiamo i Mahogany Frog più
sperimentali, dalle assonanze Space Rock, un altro lato della loro
medaglia, che a guardarla bene più che una medaglia sembra
un cubo, date le numerose facce! A seguire c’è un altro
piccolo gioiello del Prog, “Lady Xoc & Shield Jaguar”,
un brano lungo più di otto minuti di ottima musica e buone
melodie, ricche neppure a dirlo di cambi di tempo. Chiude “Loveset”,
altro esempio di sperimentazione sonora ponderata e mai fine a se
stessa.
I canadesi ci hanno sfornato un disco variegato e mai scontato, un
lato del Progressive sempre poco seguito , ma nel quale risiede il
vero seme del genere.
La sperimentazione è tutto per il Progressive, grazie a questi
dischi, il genere non morirà mai. Poi arriverà il furbetto
di turno, prenderà queste sonorità e le renderà
più commerciali e comunque sia ben venga, il mondo va avanti
così. MS
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